Filippo Rossi racconta il tardo berlusconismo | T-Mag | il magazine di Tecnè

Filippo Rossi racconta il tardo berlusconismo

PARLA FILIPPO ROSSI | di Fabio Germani
di Fabio Germani

“Visto che qualcuno me lo chiede, ribadisco che il futurista non percepisce nessun finanziamento pubblico. Si regge solo grazie agli abbonamenti e alle vendite in edicola!”, scrive Filippo Rossi sulla bacheca Facebook. Discorso chiaro, per noi una domanda in meno. Quando chiamiamo Rossi arriviamo perciò dritti al punto: perché dare vita ad un quotidiano online e contemporaneamente ad un settimanale cartaceo? “La nostra – risponde il direttore del futurista – è una evidente scelta editoriale. Vogliamo sfruttare due linguaggi giornalistici. Quello dell’immediatezza, bruciante, tipico del quotidiano online. E quello dell’approfondimento, della riflessione accurata, che invece caratterizza il settimanale”.
Il futurista nasce dalle ceneri di Ffwebmagazine, il giornale che faceva riferimento alla fondazione FareFuturo diretto dallo stesso Filippo Rossi. Incomprensioni, qualche mal di pancia, forse anche la mancanza di fondi (quest’ultima, in ogni caso, è stata la motivazione ufficiale) hanno costretto Rossi a un cambio di rotta. Neanche il tempo di decretare la fine di Ffwebmagazine che già si era al lavoro per un nuovo progetto. Rossi, però, confida che c’è ancora molto da sbrigare, il giornale è un cantiere aperto nonostante a confezionare il prodotto siano schierati diversi giornalisti e collaboratori. Il primo numero del settimanale uscirà nelle edicole (o giungerà nelle case di quanti hanno sottoscritto l’abbonamento) il 6 maggio. “Il settimanale – spiega Rossi a T-Mag – sarà di fatto la versione approfondita del quotidiano online. I temi ritenuti più importanti, tra quelli trattati durante la settimana, verranno poi sviluppati con maggiori dettagli per Il futurista cartaceo. Il giornale online si interfaccia con i social network e il costante confronto con i lettori faciliterà la scelta dei contenuti che andranno successivamente a riempire le pagine del settimanale. Come se avvenisse una costante riunione di redazione in cui tutti sono coinvolti, non solo chi ci lavora”.
Sono state giornate convulse, le ultime, tra bagarre in Aula, toni particolarmente accesi, comizi davanti ai palazzi di giustizia. Rossi, tuttavia, non sembra farne un dramma: “Stiamo attraversando il passaggio storico della fase conclusiva del potere berlusconiano. È un trauma quello che stiamo vivendo, da intendersi in chiave metaforica essendo la nostra una democrazia matura, ma pur sempre un momento di instabilità e aspettative su quello che sarà il dopo”. Quale sarà l’atteggiamento del futurista in questo senso? “Il futurista – tiene a chiarire Filippo Rossi – non nasce come un giornale di partito. È senz’altro vicino all’esperienza finiana e avrà un occhio vigile sul nuovo polo. È di parte, ma non di partito. Non abbiamo la pretesa di essere il crogiolo del centrodestra, nasciamo battaglieri e crediamo che sia doveroso fare in modo che l’era berlusconiana abbia fine”.
Anche Domenico Naso, direttore di FareItaliaMag, l’altra costola di Ffwebmagazine, aveva sostenuto in una recente intervista quanto sia fondamentale guardare “oltre” Berlusconi. Eppure, aveva inoltre osservato lo stesso Naso, non sono da escludersi “confronti duri e serrati” tra i due nuovi organi di informazione. “In verità – afferma Rossi a tale proposito – io credo che nel giornalismo i punti di contatto siano sempre molti. È difficile stabilire cosa avverrà dopo Berlusconi. Solo quando farà un passo indietro si potrà allora pensare al nuovo centrodestra”.

 

1 Commento per “Filippo Rossi racconta il tardo berlusconismo”

  1. […] di Fini. I due rispettivamente alla guida de il Futurista e di Farefuturo Mag (che T-Mag ha sentito qui e qui) sono due vivacissimi commentatori dei fatti politici e di attualità. Spesso i due sono su […]

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