Lo Stato di New York dice si ai matrimoni tra omosessuali, il disappunto dei vescovi
Era il 1969 quando, attraverso una piccola ribellione ai danni delle autorità newyorkesi, naquero i primi movimenti per i diritti degli omosessuali. Ora finalmente questi diritti sono stati ascoltati, grazie alla legge firmata venerdì che autorizza i matrimoni fra gay nella Grande Mela. Secondo le stime sono state circa 2 milioni le persone che sfilano lungo le vie di New York con cartelloni e scritte di ringraziamento per il governatore Andrew Cuomo per la legge che entrerà in vigore il prossimo 24 luglio. Gli altri stati sperano in un effetto domino. Il portavoce di Human Rights Campaign, Michael Cole-Schwartz, afferma: “Il trionfo di New York per i sostenitori dei diritti gay è una roadmap per la vittoria in altri stati, la campagna condotta a New York ha messo in evidenza che la nuova generazione di repubblicani è diversa”. La città ha inoltre aumentato i giudici disponibili a celebrare le nozze gay, in previsione delle tante richieste che le coppie avanzeranno. In compenso la Conferenza Episcopale dello Stato di New York ha espresso il proprio disappunto riguardo la decisione presa venerdì. “Trattiamo con rispetto i nostri fratelli e sorelle omosessuali ma affermiamo con forza che il matrimonio è l’unione tra un uomo ed una donna”, scrivono i vescovi a tale proposito.