Le notti bianche della democrazia, l’evento Tecnè | T-Mag | il magazine di Tecnè

Le notti bianche della democrazia, l’evento Tecnè

HANNO PARTECIPATO AMBROSOLI, DALLA CHIESA E TUTTOBENE

Il primo dei due eventi organizzati in partecipazione con Tecnè, Le notti bianche della democrazia (27 giugno al Palazzo Ducale di Genova, il prossimo si terrà l’11 luglio), dei veri e propri “dialoghi” con le personalità della politica, delle istituzioni e dei mezzi di informazione, si è concluso con la polemica al vetriolo di Nando Dalla Chiesa: “Qui non c’è più nessuno che governa l’Italia, noi votiamo delle persone che poi si inginocchiano a un Bisignani qualsiasi”. Il chiaro riferimento alle ultime cronache giornalistiche è emerso in seguito ad una serie di riflessioni sugli anni di piombo e delle stragi di mafia

sino ad arrivare, in chiusura, alle considerazioni sulle inchieste dei giorni nostri. All’incontro hanno preso parte il magistrato Mario Tuttobene; Umberto Ambrosoli, avvocato come il padre Giorgio assassinato nel 1979; e Nando Dalla Chiesa, già parlamentare e figlio del generale Carlo Alberto ucciso il 3 settembre del 1982 insieme alla moglie a Palermo. Il dibattito si è aperto con la domanda: È giusto parlare di “democrazia malata”? Secondo Carlo Buttaroni, presidente di Tecnè e moderatore dell’evento, “quando parliamo di democrazia, non ci riferiamo soltanto a un insieme di istituzioni, ma indichiamo anche una generale concezione della vita. Nella democrazia siamo impegnati non soltanto come cittadini aventi certi diritti e certi doveri, ma anche come uomini che debbono ispirarsi a un modo di vivere con se stessi e con gli altri. Come regime politico la democrazia moderna è fondata sul riconoscimento e la garanzia della libertà sotto tre aspetti fondamentali: la libertà civile, la libertà politica e la libertà sociale”.
In questo senso la libertà è stata messa a dura prova in diverse fasi della storia repubblicana. Tante persone, infatti, hanno perso la vita per difendere quei valori di libertà. “Non parliamo di eroismo, ma di coerenza con la loro vita, mio padre non avrebbe mai rinunciato ad essere quello che era per colpa della mafia”, ha però tenuto a precisare Nando Dalla Chiesa. Ed è sul tema dell’informazione – piuttosto attuale – che si è riusciti a far convergere una sintesi. “Non c’è libertà di informazione – è stato il commento laconico di Umberto Ambrosoli –. Perciò l’Italia è indignata, ma è un’indignazione che non produce un impegno e questa è la patologia. L’indignazione usiamola per produrre un cambiamento”. Circostanza, quest’ultima, resa tanto più necessaria dalla voglia di rinnovamento evidenziata precedentemente dallo stesso Ambrosoli.

 

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