Scuola, la versione di Mariastella Gelmini
Le critiche sulla scuola, il ministro Gelmini le respinge tutte. Perché? “Perché quest’anno – spiega il ministro dell’Istruzione a La Stampa – ci sono stati 67.000 nuovi ingressi tra insegnanti e personale amministrativo. Lei immagina che cosa vuol dire assegnare una sede a ciascuno di questi 67.000, convocare tutti i vincitori dei concorsi, prendere atto delle rinunce eccetera eccetera, e tutto questo in poco più di un mese? Gli uffici centrali e periferici della scuola hanno fatto un lavoro straordinario di cui non parla nessuno”.
La Gelmini entra anche anche nel merito di uno degli aspetti più spinosi, le retribuzioni degli insegnati italiani, tra le più basse d’Europa: “Sono i primi a pagare le scelte degli anni scorsi, e cioè l’aumento indiscriminato di ore e di cattedre per fare della scuola un ammortizzatore sociale. Noi ora, grazie ai risparmi, abbiamo recuperato gli scatti di anzianità.Ma la nostra sfida è quella di superare la logica dell’anzianità e di premiare il merito, perché non è giusto che tutti gli insegnanti guadagnino lo stesso stipendio. Non sarà facile cambiare, in un sistema ingessato come quello della scuola: ma non c’è altra via”.
In definitiva, spiega in conclusione il ministro, “vorrei che si parlasse anche delle tante novità positive introdotte dalla riforma, degli investimenti per le nuove tecnologie, dei nuovi indirizzi delle superiori che stanno avendo molto seguito… Ma la cosa più triste è che si alimenta nelle famiglie l’illusione che si possa tornare alla scuola di prima, quella che dava l’impressione di essere ricca ma spendeva tanto e male. Quella scuola non tornerà, perché anche se cambiasse il governo, chi verrà dopo di me dovrà fare i conti con questa realtà”.