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Quando tra i due litiganti il terzo soffre

di Carlo Buttaroni

Che tra Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti non ci sia più il feeling di una volta è noto. Che lo stesso responsabile del dicastero economico faccia fatica a sopportare alcuni colleghi Ministri è altrettanto chiaro. L’insofferenza, oltretutto, è ricambiata senza troppi camuffamenti, come riportano le cronache della stampa bene informata.
I motivi dei contrasti, probabilmente, non sono solo di natura economica e politica e forse influiscono anche aspetti caratteriali. Certo è che Tremonti una volta era definito un super Ministro mentre oggi sembra vivere rinchiuso nel fortino di via XX settembre, dove comunque regna a dispetto dei fanti e dei santi.
Anche in condizioni normali costituirebbe un’anomalia un conflitto tra il responsabile della politica economica di un Governo e il Presidente del Consiglio. Se poi il disaccordo matura in una situazione come quella attuale – e con una crisi che sembra ogni giorno avvitarsi sempre più – è roba da far tremare i polsi.
Perché questo conflitto? Le ragioni stanno probabilmente nei cicli di vita dei due protagonisti che hanno cominciato a divergere profondamente. Non ci riferiamo all’età anagrafica ma al futuro che si prospetta per entrambi: Berlusconi vuole avere, anche in futuro, un ruolo di primo piano, direttamente per se o al massimo nella scelta dell’eventuale successore alla sua leadership. Tremonti non può e non vuole la responsabilità di scelte economiche orientate prevalentemente sul piano del consenso interno e soprattutto non intende in alcun modo entrare in contrasto con i leader europei.
Berlusconi, cioè, gioca una partita tutta in chiave italiana. Tremonti gioca, invece, la sua partita tutta in chiave europea.
Due fatti hanno segnato le tappe del progressivo disallineamento: la scelta di Angelino Alfano come probabile successore da parte dello stesso Berlusconi e l’acuirsi, questa estate, della crisi economica. Probabilmente entrambe le circostanze hanno spinto Tremonti a ritagliare per se un ruolo più tecnico e più “europeo”, consapevole che per affrontare i mercati occorreva fare scelte che avrebbero inciso negativamente sul consenso. Per salvaguardare il consenso, come auspicava il Presidente del Consiglio, occorreva invece fare scelte che avrebbero inciso sull’economia. E questo Tremonti (e l’Italia) non poteva permetterselo.
Entrambi, però, sono rimasti vittime dei diversi destini, perché le spinte contrapposte hanno portato a una situazione paradossale, con l’alternarsi di fasi di stallo a improvvise accelerazioni, con provvedimenti che cambiavano forma e sostanza a seconda delle versioni, producendo una finanziaria a tappe, che si è allungata, accorciata e poi di nuovo allungata, nel tempo e nelle dimensioni.
Negli annunci del Presidente del Consiglio doveva essere la finanziaria più veloce della storia della Repubblica. Alla fine è diventata la più confusa, con provvedimenti che sono entrati e usciti con sconfortante disinvoltura.
Il conflitto tra Berlusconi e Tremonti ha avuto un costo in termini economici, perché i mercati presentano sempre il conto quando l’incertezza produce una politica che non decide e non è chiara negli indirizzi.
Se Confindustria, dopo la CGIL, comincia a battere i pugni sul tavolo vuol dire che anche per gli industriali la misura è colma. Oppure che la situazione è molto grave. E forse sono vere entrambe le cose. Ci voleva questo Governo per mettere d’accordo i due storici contendenti. O per far protestare tanto Formigoni quanto Errani, cioè i Presidenti delle regioni rispettivamente più azzurre e più rosse d’Italia.
Ottenuti questi risultati adesso, però, varrebbe la pena dedicarsi al Paese reale che soffre di un deficit di futuro senza precedenti, come evidenziano molte indagini in tal senso. Magari pensando a nuovi provvedimenti che favoriscano lo sviluppo e il ruolo fondamentale del territorio nella ripresa economica e sociale dell’Italia.

 

1 Commento per “Quando tra i due litiganti il terzo soffre”

  1. […] in giornata, non si sa ancora se a Palazzo Chigi o a Palazzo Grazioli. Da quanto si apprende tra i due litiganti avrebbe mediato Gianni Letta. […]

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