Santoro, il servizio pubblico e i “dieci euro di tivvù”
Michele Santoro torna alla carica con il suo Servizio pubblico che anticipa di fatto il nuovo programma Comizi d’amore, un mix tra web tv e network di tv locali (andrà in onda anche su SkyTg24), che prenderà il via il 3 novembre.
Santoro fa il suo annuncio attraverso un video promozionale in cui afferma di sentirsi – chiaro riferimento allo scoppio delle proteste in Tunisia e al suo divorzio dalla Rai – come un “commerciante tunisino che va con il suo carrettino per vendere frutta e verdura e quando gli impediscono di vendere i suoi prodotti si dà fuoco”. Un parallelismo, quest’ultimo, che non è stato gradito da tutti. Inoltre, Santoro invita gli spettatori a donare dieci euro al progetto. “Mi hanno chiesto perché non provo a fare a meno dell’aiuto del pubblico, in fin dei conti un programma televisivo dovrebbe reggersi sulle risorse che trova sul mercato per stare in piedi. Ma come mai un programma come il nostro che l’anno scorso ha avuto dei risultati così straordinari dal punto di vista degli ascolti e della pubblicità non è in onda nella televisione italiana? Voi sapete molto bene quello che in tanti fingono di non sapere e cioè che in Italia non esiste né un vero mercato, né un vero servizio pubblico, perciò senza il vostro aiuto, senza l’aiuto del pubblico noi saremmo stati cancellati da molto tempo nella tv italiana”.