L’ammissione di Ingroia al congresso Pdci
Ingroia confessa: “Sono un pm partigiano”
Di Alessandro Sallustri
Ci sono voluti diciott’anni, ma alla fine lo hanno ammesso: nei confronti di Silvio Berlusconi e della politica non tutta la magistratura è imparziale. A dirlo è uno dei procuratori simbolo della sinistra, Antonio Ingroia, leader dell’antimafia siciliana, l’accusatore, tanto per intenderci, di Marcello Dell’Utri. Citiamo testualmente: «Un magistrato deve essere imparziale ma sa da che parte stare. Io confesso di non sentirmi del tutto imparziale, anzi, mi sento partigiano». Parole terribili, per di più pronunciate in una assise politica, il congresso del Partito comunista di Diliberto. L’outing di Ingroia permette finalmente di rileggere, e riscrivere, la recente storia dei rapporti tra politica e giustizia: pm di parte hanno tentato di abbattere Silvio Berlusconi e la sua maggioranza perché si sono auto investiti di una missione con radici divine che travalica i loro compiti, cioè decidere chi e come ci deve governare al di là delle leggi e del responso elettorale. Partigiani di sinistra che si sono scagliati contro il centrodestra per liberare il Paese da un nemico di classe.
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