Omini, ominicchi e quaquaraquà
Nessun passo indietro
Di Alessandro Sallusti
L’Europa ci dice che possiamo andare avanti, anzi ci chiede di accelerare. Non la pensano così un gruppetto di deputati Pdl (sei, dodici?) che non senza imbarazzo minacciano di staccare la spina al governo. Potrebbe accadere martedì quando la Camera dovrà approvare il rendiconto dello Stato, o più probabilmente qualche giorno dopo quando al voto andrà il maxi emendamento con le misure anti crisi. In gergo si chiama sottopotere della politica, peones in cerca di un momento di gloria o di una poltrona da sottosegretario in un eventuale nuovo governo. Miserie umane, che stridono con la solennità e la complessità di quello che sta accadendo al summit dei Grandi del mondo, con il coraggio di Draghi che al primo giorno di governatore della Banca Centrale taglia a sorpresa il costo del denaro per dare fiato al sistema Europa. Del resto è noto che ci sono uomini e uomini, o come scriveva Sciascia, omini, ominicchi e quaquaraquà. Così funziona il mondo.
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