La resistenza del Cavaliere
Berlusconi resiste: “Non me ne vado”
Di Alessandro Sallusti
Silvio Berlusconi vuole guardare negli occhi i traditori, per questo non lascia e sceglie di affrontare, nelle prossime ore, il giudizio-verdetto dell’aula. Lo ha detto lui, nel mezzo di una giornata convulsa che era iniziata con l’annuncio di dimissioni imminenti dato da Giuliano Ferrara via internet. Ma ancora una volta Berlusconi alla fine è sfuggito ai riti e alla logica della politica politicante e ha ridotto a semplice buon senso il problema più complicato dei suoi 18 anni di governo. Morale: non se ne andrà perché lo chiedono Casini, Bersani e Fini. Non perché anche tra alcuni dei suoi fedelissimi serpeggia la paura di perdere la posta tutta. Non perché risolverebbe un problema del Quirinale. Se ne andrà soltanto quando la metà più uno dei deputati e senatori che lo hanno messo lì diranno che ha cambiato idea. Semplice e disarmante, ma anche assolutamente giusto.
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