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Perché il successo degli chef in tv

di Giorgia Del Cupola

Una volta si accendevano i riflettori, adesso per avere successo in televisione si devono accendere i fornelli. Ne sanno qualcosa i protagonisti dei tanti programmi culinari che, complice l’avvento del digitale terrestre, affollano il piccolo schermo macinando punti di share. Così se prima Antonella Clerici doveva vedersela solo con il “Cotto e Mangiato” della Parodi, adesso in qualsiasi orario c’è uno chef, più o meno accreditato, pronto a impastare, mescolare, assaggiare e giudicare manicaretti di tutte le forme e colori (non sapori, perché non ci è dato assaggiarli). Si passa dal cattivissimo Gordon Ramsay, che tra una parolaccia e un insulto troneggia su due canali – Cielo e Real Time con ben tre programmi e le loro varie edizioni, al Boss delle torte Buddy Velastro, che ci ha iniziato al magico mondo della pasta da zucchero, fino a giungere al nostro Alessandro Borghese il quale, grazie anche a mamma Barbara Bouchet, con la telecamera ha davvero un gran bel feeling. Ma perché tanto successo della cucina in tv? Le motivazioni possono essere molteplici. Si comincia dalla carenza di insegnanti culinari tra le pareti domestiche: la fascia di spettatori che va dai 25 ai 35 anni, infatti, spesso, non ha ricevuto i vecchi insegnamenti di genitori e nonni e trovano nella televisione un ottimo rimedio a questa carenza educativa. In secondo luogo i programmi di cucina rilassano: il cibo è bello da vedere, il procedimento di preparazione crea interesse perché genera una certa suspense sull’esito del piatto, ma contemporaneamente permette allo spettatore di guardare senza sforzare più di tanto le facoltà intellettive. L’uso di personaggi non prettamente legati al mondo della cucina o, qualora lo fossero come Ramsey e Velastro, contraddistinti da caratteri alquanto estrosi, serve a fare in modo che lo spettatore possa identificarsi con lo chef, che da sempre è stata una figura altezzosa e irraggiungibile. Aggiungiamo anche che le possibilità per le famiglie di recarsi al ristorante sono notevolmente diminuite per via della crisi. Ma non per questo gli italiani vogliono rinunciare alla buona cucina che da secoli contraddistingue il nostro paese.
Alle volte, con questi personaggi della tv, nelle casalinghe potrebbe scattare un certo senso di competizione, con il marito che di ritorno a casa, trovando a cena il frutto di questa sfida da cuicina, è ben contento del successo di questi programmi. Di certo questa è una tv che non fa male a nessuno e che presenta inoltre una discreta utilità contrapposta all’insensatezza di tante trasmissioni della tv generalista. Ben vengano pentole e mattarelli se gli spettatori, oltre che imbambolati, per una volta hanno anche la pancia piena!

 

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