Ogm, Clini: “Il no dell’Italia danneggia l’economia”. La replica degli ambientalisti
“In Italia la posizione contro gli Ogm è bipartisan e da sempre compromette, in generale, la ricerca sugli ingegneria genetica applicata all’agricoltura, e alla farmaceutica, e anche a importanti questioni energetiche. Un grave danno”. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, durante un’intervista rilasciata al Corriere della Sera.
“Senza l’ingegneria genetica – ha spiegato il ministro – non avremmo alcuni fra i nostri prodotti più tipici. Il grano duro, il riso Carnaroli, il pomodoro San Marzano, il basilico ligure, la vite Nero D’Avola, la cipolla rossa di Tropea, il broccolo romanesco: sono stati ottenuti grazie agli incroci e con la mutagenesi sui semi”.
Le dichiarazioni del ministro hanno subito scatenato molte polemiche. Particolarmente critici sono stati quelli di Legambiente e di Greenpeace. Per i primi “questa apertura del governo all’introduzione di Ogm nei nostri territori e dunque nelle produzioni made in Italy, sia molto pericolosa e vada nella direzione opposta rispetto alle reali esigenze del Paese”.
I secondi, invece, accusano il ministro di scarsa conoscenza dell’argomento, “che il ministro dell’Ambiente non sappia distinguere fra incroci e ogm, definendo il riso Carnaroli o la cipolla di Tropea come ogm, la dice lunga – accusa Federica Ferrario, la responsabile della campagna Ogm di Greenpeace – sul livello di disinformazione che esiste e che si vuole perpetuare sul tema degli ogm”.