L’Italia tra i rifiuti e le emissioni di CO2
Aumenta la produzione dei rifiuti, calano le aree coltivate, ma si riducono le emissioni di Co2. Questi sono alcuni dei dati che emergono dal rapporto Ambiente Italia 2012 diffuso alcuni giorni fa da Legambiente.
L’aumento della produzione dei rifiuti, definita “drammatica”, dal 2000 al 2009 è aumentata di circa il 6%, un aumento considerevole se si considera che nel resto dell’Europa diminuisce con una media del 2% e con punte del 9% in Germania e Regno Unito.
Aumenta anche la povertà relativa, ovvero aumentano tutte quelle famiglie con spesa media inferiore alla soglia calcolata come media procapite, infatti secondo i dati raccolti nel rapporto, “se nel 2005 le persone povere rispetto alla popolazione erano il 13,1%, nel 2010 sono il 13,8% (da 7.577 a 8.272)”. Ma non è solo questo il dato che fotografa il momento difficile dell’Italia, il tasso di occupazione, fermo al 56,9% nel 2010, è il più basso tra tutti i Paesi europei, lo dimostra ampiamente.
L’Italia continua anche ad investire poco per la ricerca e lo sviluppo, infatti solo l’1,27% del Pil (nel 2009) viene investito. Una spesa “bassissima” superiore solo a quella della Polonia (0,68%) e “ben lontana dal 3,96 della Finlandia, ma anche dal 2,21 della Francia”.
Una serie di record negativi per l’Italia, che ha un altro primato: con 605 auto ogni mille abitanti, infatti, siamo il Paese con un tasso di motorizzazione superiore alla media. L’Unione europea si ferma a 473, la Germania 510, la Francia 500 e il Regno Unito a 470. Inoltre, “siamo – si legge nella sintesi del rapporto – il più grande Paese europeo con la più elevata quantità procapite di mobilità motorizzata (quasi 12 mila passeggeri km/abitanti l’anno) e con un tasso di motorizzazione sempre decisamente superiore alla media: Il trasporto merci poi si continua ad effettuare per il 90% sulla strada (il dato europeo è pari al 46%)”.
In Italia, le merci, così come le persone, continuano a muoversi su gomma. Con l’80,6% degli spostamenti totali che vengono fatti su auto, seguito dall’autobus (12,1%), mentre treno (5,2%) e aereo (1,7%).
Ma tra i tanti dati negativi, c’è anche qualcosa per cui sorridere, perché “aumenta l’estensione delle foreste (+21% dal 1990 al 2010) e si confermano in buona salute le aree protette di interesse ambientale, con 2.269 siti di interesse comunitario e 600 zone di protezione speciale (dato 2011)”.