Speciale Cannes. Chi saranno i vincitori?
Giampiero Francesca
Ottavo giorno di festival e, come d’abitudine, si inizia a scommettere sui vincitori delle palme. I due titoli più accreditati, al momento, sono Amour di Micheal Haneke e Dupã Dealuri di Cristian Mungiu. Entrambi i registi hanno già trionfato a Cannes (rispettivamente con Il nastro bianco nel 2009 e 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni nel 2007) ma, a meno di grandi sorprese in questi ultimi tre giorni, pare proprio che assisteremo ad un bis.
Sorprese, almeno per le palme, che non dovrebbero arrivare da On the road di Walter Salles. L’adattamento dell’omonimo romanzo di Jack Kerouac è un road movie che, pur riuscendo a restituire le atmosfere originali, non sembra possa ambire ad alcun premio. Pur non essendo un film da palma On the road resta opera assolutamente riuscita che trae forza proprio dalla completa adesione con lo scomodo originale. La magica atmosfera trasmessa dal viaggio on the road per antonomasia, i magnifici panorami americani, le vite sfrenate e libere di Dean, Sal, Chad, Carlo e Marylou mantengono intatto tutto il loro fascino.
Un fascino che vogliamo tenere nel cuore mentre ci accingiamo a vedere, finalmente, l’ultima fatica di Ken Loach. The Angel’s Share è una solida commedia, scritta come d’abitudine con maestria da Paul Laverty, che sembra riecheggiare il precedente film del regista inglese, anch’esso presentato a Cannes, Il mio amico Eric. Pur mantenendo il contesto a se tanto caro, la sempre presente periferia britannica, Loach abbandona nuovamente i toni di sera critica sociale che hanno contraddistinto gran parte della sua carriera dimostrandosi abile regista anche alle prese con toni più sereni e rilassati. Così com’era accaduto con Il mio amico Eric, The Angel’s Share ci ha divertito, confermando la coppia Ken Loach/Laverty come garanzia di qualità.
Ormai stanchi per l’ennesimo tour de force cinematografico rimandiamo a domani il nostro consueto appuntamento con Un Certain regard per dedicarci ad un maestro del nostro cinema, giustamente omaggiato anche dal festival di Cannes; Bernardo Bertolucci. A dieci anni dall’ultimo splendido lavoro, The Dreamers, Bertolucci torna alla regia con un’opera che in parte riprende proprio i temi trattati nella pellicola parigina. Privo però del tono elegiaco e del sottotesto politico del suo penultimo film, Io e te, rimane il delicato racconto delle solitudini e delle paure di due giovani. Certamente meno complesso, cinefilo e affascinante di The Dreamers questo film, presentato fuori concorso, ha comunque il pregio di riportare al cinema uno dei più grandi maestri della nostra cinematografia.