Speciale Cannes. Svanita l’ultima speranza
Giampiero Francesca
Ora possiamo dirlo: la sessantacinquesima edizione del festival di Cannes non verrà ricordata certamente per la qualità dei film in concorso. Dopo la proiezione dell’atteso Cosmopolis di David Cronemberg anche l’ultima speranza di una piacevole sorpresa nella selezione ufficiale è svanita. L’adattamento dell’omonimo libro di Don Delillo del regista canadese risulta infatti piatto, tremendamente lento nel ritmo, incapace di liberare il racconto dalle anguste lamiere della limousine che lo imprigiona. Praticamente tutto il film infatti è ambientato all’interno di questa lussuosa autovettura all’interno della quale il protagonista, Eric Packer (Robert Pattinson), incontra gli altri personaggi della pellicola (fra chi il sempre apprezzabile Paul Giamatti). Lontano dalle atmosfere e dal gusto a cui Cronenberg ci ha abituato Cosmopolis è, forse, la più gran delusione del festival.
Molto più interessante, anche se meno noto, il secondo film presentato un concorso ieri, V Tumane di Sergei Loznitsa. Ambientato durante la seconda guerra mondiale, sulla frontiera occidentale dell’URSS, la pellicola del regista ucraino trae la su forza dalla atmosfera sospesa, ricreata anche grazie al sapiente uso dei rumori, sempre presenti in assenza di musica. Probabilmente nemmeno questo film entrerà nella storia del cinema, ma dopo la delusione di Cosmopolis ha comunque (parzialmente) risollevato la nostra giornata.
Questo penultimo giorno di festival non è però evidentemente molto fortunato. Anche la proiezione della sezione Un Certain regard, Después de Lucia di Michel Franco, ci ha lasciato piuttosto perplessi. Il racconto, incentrato sulla figura dell’adolescente Alejandra, è un inspiegabile e crescente spirale di umiliazione e violenza. Senza alcuna apparente motivazione, privi di qualsivoglia senso o ragione, gli atti che la giovane deve subire da parte dei suoi compagni di classe lasciano basiti, così come incomprensibile appare la fredda e spietata reazione del padre. Sarebbe stato a questo punto interessate poter chiedere direttamente a Michel Franco il significato del suo film. I tempi serrati di Cannes però, come sempre, ce lo impediscono.
Mancano solo ventiquattro ore alla fine del festival ma il nostro impegno non è finito. Oltre alle proiezioni degli ultimi film, Mud di Jeff Nichols per la selezione ufficiale e Renoir di Gilles Bourdos a chiusura di Un Certain regard, dobbiamo prepararci per la cerimonia di premiazione di domani che svelerà a chi andrà la palma di questo concorso piuttosto scialbo.