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La disoccupazione ai massimi dal 1999

Nel primo trimestre 2012 il tasso di disoccupazione è pari al 10,9% (+2,3 punti percentuali rispetto a un anno prima). Il tasso di disoccupazione maschile, dopo la crescita del precedente trimestre, aumenta su base annua di 2,1 punti percentuali, portandosi al 10%; quello femminile aumenta di 2,6 punti, posizionandosi al 12,2%. A renderlo noto è l’Istat: si tratta del dato più alto dal primo trimestre del 1999.
Nel primo trimestre 2012 – fa sapere ancora l’Istat – il numero degli occupati diminuisce in termini tendenziali dello 0,4% (-81.000 unità). Il risultato sintetizza il nuovo calo dell’occupazione maschile a fronte della positiva tendenza di quella femminile.
Al calo dell’occupazione italiana rispetto a un anno prima (-155.000 unità) si associa la crescita di quella straniera (+74.000 unità). Tuttavia, mentre il tasso di occupazione degli italiani segnala un lieve arretramento (dal 56,2% al 56,1%), quello degli stranieri è in ulteriore significativa riduzione: dal 62,4 del primo trimestre 2011 al 60%.
L’aumento dell’occupazione italiana più adulta (+121.000 unità, nella classe con almeno 55 anni), soprattutto a tempo indeterminato, si contrappone al persistente calo su base annua di quella più giovane (-251.000 unità, nella classe fino a 34 anni). Il tasso di occupazione dei 15- 34enni italiani passa dal 43,9% del primo trimestre 2011 all’attuale 42,7%.
Gli occupati a tempo pieno accentuano la dinamica riduttiva (-2,1%, pari a -415.000 unità). La caduta tendenziale, settorialmente diffusa, riguarda sia l’occupazione dipendente a carattere permanente sia quella autonoma full-time. Gli occupati a tempo parziale continuano a crescere, e in misura eccezionalmente forte (+9,6%, pari a 334.000 unità), ma si tratta quasi esclusivamente di part-time involontario.
L’industria in senso stretto interrompe il recupero avviatosi nel 2011, registrando un calo tendenziale dello 0,7% (-31.000 unità), concentrato nelle imprese di medie dimensioni. Per il sesto trimestre consecutivo prosegue il calo tendenziale degli occupati nelle costruzioni (-4,5%, pari a -84.000 unità). Il terziario registra una modesta variazione positiva (+0,2%, pari a 28.000 unità), a sintesi della crescita delle posizioni lavorative dipendenti, soprattutto nella componente più adulta e in quella a tempo parziale, e della discesa di quelle autonome. Il numero dei disoccupati registra un forte aumento su base tendenziale (+30%, pari a 646.000 unità), portandosi a 2.801.000 unità. La crescita, che riguarda sia gli uomini sia le donne, interessa l’insieme del territorio nazionale. La crescita del numero dei disoccupati è dovuta in circa i due terzi dei casi a quanti hanno perso la precedente occupazione (+416.000 unità). In questo gruppo, il 37,7% (157.000 unità) ha non più di 34 anni e il 62,3% (259.000 unità) ha almeno 35 anni.
Il tasso di disoccupazione è pari al 10,9%, in crescita di 2,3 punti percentuali rispetto a un anno prima; l’indicatore passa dal 7,9% del primo trimestre 2011 al 10% per gli uomini e dal 9,6% all’attuale 12,2% per le donne. L’agricoltura, invece, registra una sostanziale stabilità del numero di occupati a sintesi della crescita delle posizioni lavorative dipendenti, concentrata nel Nord e nel Mezzogiorno, e della discesa di quelle autonome.
Peggio vai ai giovani. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni sale dal 29,6% del primo trimestre 2011 al 35,9%, con un picco del 51,8% per le giovani donne del Mezzogiorno. L’area della disoccupazione maschile straniera, invece, cresce su base annua di 49.000 unità; quella femminile aumenta di 58.000 unità.
Nella classe tra 15 e 24 anni, il numero delle persone in cerca di occupazione è pari a 631.000 unità (131.000 unità in più in confronto al primo trimestre 2011).
In confronto a un anno prima, nel primo trimestre 2012 l’aumento delle persone in cerca di lavoro interessa in misura prevalente gli ex-occupati (+38,6%, pari a 416.000 unità). Continua a crescere anche il gruppo degli ex-inattivi con precedenti esperienze lavorative (+21,5%, pari a 105.000 unità) e quello alla ricerca del primo impiego (+21,1%, pari a 125.000 unità in più rispetto al primo trimestre 2011).
Nel primo trimestre 2012 il tasso di inattività della popolazione tra 15 e 64 anni si attesta al 36,4%, in riduzione di 1,4 punti percentuali rispetto a un anno prima. Il risultato deriva sia dalla moderata discesa tendenziale dell’indicatore per gli uomini (dal 26,9% al 26,2%) sia dal più sostenuto calo per le donne (dal 48,6% al 46,6%).
Nel Nord l’indicatore scende dal 30,5% del primo trimestre 2011 al 29,6%; nel Centro passa dal 33,9% al 32,8%; nel Mezzogiorno si riduce dal 49,4% al 47,3% del primo trimestre 2012. In questa ripartizione, il risultato riflette la contemporanea riduzione del tasso d’inattività maschile (-1,3 punti percentuali) e, per il sesto trimestre consecutivo, di quello femminile (dal 63,9% del primo trimestre 2011 al 60,9%).
Il tasso di inattività della popolazione straniera tra 15 e 64 anni sale dal 16,6% al 17,6% per gli uomini; per le donne l’indicatore scende dal 40,2% al 39,6%.
Il tasso di inattività dei giovani tra 15 e 24 anni scende dal 72,1% del primo trimestre 2011 al 70,9%. Il calo è diffuso sia tra gli uomini sia tra le donne e interessa soprattutto le regioni meridionali.
Lo studio (o la formazione professionale) rappresenta per oltre quattro quinti dei giovani inattivi la principale ragione della mancata partecipazione al mercato del lavoro.

 

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