Crisi economica, Visco: “Emergenza non è finita, servono riforme strutturali”
“Per l’Italia l’emergenza non è finita. Le riforme strutturali se viste in un quadro di strategia coerente complessiva possono fornire le basi per rafforzare la fiducia del nostro potenziale e per sostenere la crescita economica”. A dirlo sabato, durante il workshop del Consiglio per le relazioni tra Italia e Stati Uniti, è stato il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco.
“Preservare e sostenere la responsabilità fiscale è essenziale – ha osservato Visco – anche a costo di difficoltà immediate. Il processo di rimozione degli ostacoli all’attività economica deve essere continuato e rafforzato”.
“Le eccessive restrizioni alla competizione di mercato devono essere eliminate”, è la posizione di Visco. “Il settore pubblico richiede radicali modernizzazioni basate sulla valutazione delle performance delle singole unità e sulla loro riorganizzazione”.
E ancora: “La lotta contro la corruzione e il crimine deve essere in cima all’agenda, anche per minimizzare i costi che questi due fattori impongono all’economia, poiché certamente formano un significativo ostacolo all’allocazione efficiente delle risorse”.
“La natura frammentata dell’industria italiana, le incertezze riguardanti l’applicazione di contratti, dovute anche alla lentezza della giustizia civile, la corruzione e l’inefficienza del settore pubblico che stanno costando un dazio agli investimenti stranieri in Italia” sono, invece, gli altri punti deboli della nostra economia. Ciò significa che sono “sono necessarie le riforme per rendere l’economia italiana più favorevole agli investimenti in termini stranieri e utilizzare il capitale umano non sfruttato, specialmente i giovani e le donne e per realizzare la crescita potenziale delle regioni del Sud”.
“Le cifre dell’Italia non sono lontane della media europea, anzi le posizioni finanziarie di famiglie e imprese sono migliori – ha poi sottolineato il governatore -. Il deficit delle partite correnti è del 3% sul Pil e il debito pubblico è del 120% del Pil, ma dovrebbe iniziare a diminuire nel 2013”.
“In assenza di una politica comune a livello europeo le vulnerabilità di ciascun paese sarebbero amplificate. Senza il disegno di appropriate misure di governance l’unione monetaria è difficile da sostenere”.
“L’outlook economico globale e le condizioni sui mercati finanziari sono scoraggianti. L’incertezza è grande. Con la crisi politica in Grecia, le gravi difficoltà del settore bancario spagnolo, le tensioni sono riemerse ampliando, ancora una volta, gli spreads sovrani”.
“I segnali di rallentamento della crescita si sono intensificati anche fuori dall’Europa, sia nelle economie avanzate sia in quelle emergenti. Un nuovo rallentamento a livello globale potrebbe creare nuovi rischi a sistemi finanziari già fragili e minacciare la sostenibilità dei debiti pubblici”.
Secondo Visco i Paesi del G20 devono prestare attenzione a “proseguire nella crescita in modo consistente. In Europa il cammino delle riforme deve essere rafforzato a livello sovranazionale e nazionale, così da rendere più veloce la crescita e consentire il corretto eqilibrio nel settore publico e quello privato”.
“In particolare, la riforma della governance economica deve essere accelerata – ha poi concluso Visco – per rompere il legame tra rischio sovrano e rischio bancario. Questo richiederà manovre coraggiose orientate verso l’unione fiscale e finanziaria”.