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Il mondo è violento? No, è più pacifico

di Matteo Romani

Il mondo è più pacifico. Non si direbbe guardando quotidianamente i Tg e leggendo siti web e social network, eppure è così: nel 2011 i conflitti sono diminuiti un po’ ovunque. Questo il verdetto dato dall’Institute for Economics and Peace che ha addirittura realizzato un indice, il Global Peace Index, basato su diversi fattori: presenza nei paesi di conflitti bellici o sociali, numero di omicidi, diffusione di armi, spese per esercito e difesa, criminalità e così via.
Complessivamente sono stati presi in esame 158 stati. Il podio del paese più pacifico spetta all’Islanda, seguita da Danimarca e Nuova Zelanda. I meno pacifici invece sarebbero Somalia, Afghanistan e Sudan. Passando ad un’analisi più generale la zona più a rischio sarebbe quella del Medio Oriente. Forti tensioni anche nell’Africa del nord, dove la primavera araba ci ha regalato paesi più insicuri e violenti a causa del crollo delle dittature.
E l’Italia? Il nostro paese si piazza al trentanovesimo posto, dietro al Laos, ma davanti a Bulgaria e Francia. Rispetto al Global Peace Index del 2007 che indicava come pericolosi Regno Unito, Francia e Italia, i britannici sono oggi considerati “più pacifici” mentre il nostro paese e i cugini transalpini sono ancora ritenuti “a rischio”. I motivi della bocciatura delI’Italia? La forte percezione della criminalità nella società, la possibilità di ottenere armi con facilità, il crimine violento e il potenziale militare del paese. Male anche la Grecia. Complice una crisi economica devastante che ha profondamente lacerato il tessuto sociale, ha perso 40 posizioni.
Nel complesso comunque, si registra un sostanziale miglioramento della situazione globale, dovuta soprattutto alla diminuzione dei conflitti e delle spese militari. Una buona notizia, che certamente stona con quello che i media ci comunicano quotidianamente, ma che fa ben sperare per il futuro. Considerato i tempi, è già un bel cambiamento.

 

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