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Il “censimento” dei partiti politici

di Francesco Curridori

Lista Montezemolo, lista Saviano e Italia pulita. La Seconda Repubblica è al tramonto e i partiti tradizionali cercano di frenare l’avanzata dell’antipolitica e del Movimento cinque stelle di Beppe Grillo con la nascita di liste civiche. Mentre alle ultime elezioni amministrative l’astensionismo ha raggiunto livelli record, nel terzo polo e nel centrodestra si discute sulla discesa in campo di Montezemolo, nel Pd sull’opportunità di consentire la creazione di una lista che apra alla società civile sotto la protezione di Saviano e del quotidiano Repubblica e Berlusconi intende affidare all’ex capo della Protezione civile Bertolaso la nascita di una lista civica “Italia Pulita”. È la fine dei partiti? Dopo quasi vent’anni dall’inizio della Seconda Repubblica ci si avvia al suo tramonto con una quasi certezza: il bipolarismo non si è mai realizzato e forse non si realizzerà mai e ancor meno il bipartitismo potrà trovare terreno fertile nel nostro Paese. Sebbene in Italia non esista una normativa che regolamenti la vita democratica dei partiti perché l’articolo 49 della Costituzione è tutt’ora ancora inapplicato, abbiamo provato a fare un “censimento” dei partiti attualmente esistenti in Italia.
Nel Parlamento italiano a inizio legislatura erano otto: Pd, Pdl, Idv, Lega Nord, Udc, Mpa, Svp e Uv con i Radicali che erano stati eletti dentro le file del Pd e i repubblicani di Francesco Nucara eletti col Pdl. Nel giro di quattro anni sono nati: il Fli di Gianfranco Fini, l’Api di Francesco Rutelli, il Movimento di Responsabilità Nazionale (MRN) di Domenico Scilipoti, l’Alleanza di centro (ADC) di Francesco Pionati, i Popolari dell’Italia di Domani (Pid), il Grande Sud nato dalla fusione tra Forza del Sud di Gianfanco Miccichè, Io Sud di Adriana Poli Bortone e Noi Sud di Arturo Iannaccone, mentre Stefania Craxi ha da poco fondato il movimento Riformisti Italiani e il senatore Enrico Musso nel 2011 aderisce al PLI. Sempre al Senato è presente anche un esponente del movimento Verso Nord di Massimo Cacciari, mentre il vicepresidente Rosy Mauro, recentemente espulsa dalla Lega, ha dato vita al partito Siamo gente comune Movimento territoriale.
Fuori dal Parlamento i partiti più importanti, presenti in tutto il territorio nazionale, sono 18. A sinistra troviamo SEL di Nichi Vendola, Fds (Prc-Pdci) ossia la Federazione della Sinistra di Paolo Ferrero e di Oliviero Diliberto, Sinistra Critica di Marco Rizzo, il Partito Comunista dei Lavoratori di Marco Ferrando e la Federazione dei Verdi di Angelo Bonelli. Al centro abbiamo dei mini partiti che si pongono l’obiettivo di riportare il centro ai fasti della Prima Repubblica: l’Udeur di Clemente Mastella, la Dc di Giuseppe Pizza e quella di Angelo Sandri, Rifondazione Dc di Publio Fiori, Io amo l’Italia del giornalista Magdi Cristiano Allam. Dalla diaspora del Psi sono nati: il Nuovo Psi di Stefano Caldoro, il Psi di Riccardo Nencini, il Psdi di Renato D’Andria. A destra, invece, dal congresso di Fiuggi ad oggi sono nati: La Destra di Francesco Storace, Forza Nuova di Roberto Fiore, Movimento Sociale-Fiamma Tricolore di Luca Romagnoli, Movimento idea sociale di Pino Rauti. Fuori dagli schemi ma sempre vicino al centrodestra ci sono il partito Pensionati di Carlo Fatuzzo e il Tea party italiano che sabato a Venezia ha dato vita al #NOIMUDAY.
A livello regionale vi è una moltitudine di partiti autonomisti soprattutto in Trentino Alto Adige e in Valle d’Aosta dove comunque la fanno da padroni SVP e l’Union Valdotaine. Nel resto del Nord fino a pochi mesi fa la Lega Nord viaggiava attorno al 10%. Nel resto del Paese il partito autonomista più antico è il Psd’az, partito sardo d’azione, creato dal partigiano Emilio Lussu dalle ceneri del Partito d’azione.
Se poi si visita il sito dei brevetti e dei marchi si può notare che esistono un’altra infinità di partiti, pulviscoli buoni per tutte le necessità. Si va dal partito degli automobilisti al partito dell’onestà, dal partito della felicità al partito italiano donne sino ad arrivare al partito di transizione e per finire col partito delle buone maniere dr. Seduction. Insomma tutti criticano e ripugnano i partiti ma, prima o poi, più o meno tutti desiderano fondarne uno e aspirano a far politica.

 

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