Caso Lusi: il Senato autorizza l’arresto, 155 i voti a favore. L’ex tesoriere: “Sono un capro espiatorio”
L’aula del Senato ha autorizzato, con voto palese, l’arresto del senatore dell’ex Margherita Luigi Lusi. I sì sono stati 155, i no 3, un astenuto. Il Pdl non ha partecipato al voto. L’aula ha approvato il parere della giunta per le Immunità che aveva dato il via libera alla richiesta di arresto avanzata dalla procura di Roma.
“Non fatemi diventare un capro espiatorio”, aveva detto in precedenza Lusi intervenendo nell’aula del Senato. “Ritengo – ha affermato il senatore – di dovermi assumere per intero le mie responsabilità morali e politiche, di fronte a quest’assemblea e al Paese. Ma per quanto riguarda le responsabilità penali, come un normale cittadino voglio potermi difendere e chiedo di accedere alle garanzie del giusto processo senza inutili e devastanti forzature che possano appagare la crescente ondata dell’antipolitica, soddisfare chi evoca i forconi, trovare un colpevole per tutte le stagioni, per quella che è una vicenda complessa. Sento il dovere – ha aggiunto – di pronunciare simboliche scuse per le condizioni in cui si trova adesso la società. Il legislatore deve tenere distinta l’autorizzazione alla misura cautelare dall’istituto ancora non previsto dell’anticipazione della pena”.
Lusi, durante il suo intervento, è tornato anche ad accusare i vertici della Margherita: “I milioni di euro potevo gestirli io da solo? Non solo non è credibile, ma neanche materialmente realizzabile: il tesoriere autonomamente avrebbe deciso di finanziare Centro futuro sostenibile, ma è possibile?”.