“L’Italia è più povera che in passato” | T-Mag | il magazine di Tecnè

“L’Italia è più povera che in passato”

Le parole pronunciate dal palco dell’Auditorium di Roma dal presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, sono chiare: l’Italia di oggi è “decisamente più povera” di quella del passato. Dichiarazioni sostenute da dati e statistiche che raccontano come nel nostro Paese il Pil procapite è tornato ai livelli del 1999 e i consumi procapite ai livelli del 1998. Tutti aspetti di una realtà, quella economica italiana, che non lasciano presagire niente di buono per il futuro, sopratutto se si pensa ad un eventuale aumento dell’Iva come a un qualcosa di più di una semplice ipotesi. Ricorrere all’aumento dell’Iva “come clausola di salvaguardia dei saldi della manovra salva-Italia” è un concetto che va “derubricato”, avverte Sangalli, perché aumentando l’Iva si corre il rischio di ridurre, “tra il 2011 ed il 2014”, i “consumi reali per circa 38 miliardi di euro”.
Aumentando l’Iva, non andremmo incontro alla salvezza del Paese, perché “insieme al carico da 90 delle maggiori accise e dell’impennata della fiscalità energetica, sarebbe la Caporetto delle famiglie, delle imprese, del lavoro”. L’unica soluzione, secondo il numero uno di Confcommercio, è quella di “procedere ad una spending review senza timidezze”.
Nel corso del suo intervento, Sangalli ha portato la sua attenzione anche sull’Imu definita “una vera e propria mazzata per gli immobili legati all’esercizio dell’attività d’impresa”. Per gli immobili strumentali il presidente di Confcommercio ha dunque chiesto “il dimezzamento dell’aliquota base di prelievo”.
In Italia, “abbiamo raggiunto un livello di pressione fiscale che, per chi le tasse le paga, si attesta attorno al 55%”. Un livello, ha sottolineato Sangalli, che “zavorra drasticamente investimenti e consumi”. E questo “non possiamo permettercelo, pena lo schianto dell’Italia produttiva”.
Dal palco dell’Auditorium di Roma, il presidente di Confcommercio ha chiesto poi al governo di Mario Monti “una terapia d’urto per il contrasto della recessione ed il ritorno alla crescita”, che preveda una riduzione delle spese, delle tasse e una lotta all’evasione più incisiva. Questi alcuni dei consigli rivolti all’esecutivo da Sangalli che ribadisce la necessità di “affrontare la sfida della crescita e del futuro dell’Europa e dell’Italia dalla parte delle ragioni dell’economia reale, delle ragioni delle imprese e del lavoro”.
È una “scelta di campo” che chiede “un’Italia produttiva che non accetta la dittatura dello spread e che non crede nell’ineluttabilità del declino del nostro Paese e dell’Europa”.
Ma il tema della lotta all’evasione è stato anche al centro dell’attenzione del premier che, intervenuto da L’Aquila dove ha partecipato alle celebrazioni per il 238° anniversario della fondazione della Guardia di Finanza, ha ricordato come la lotta agli evasori rappresenta “la priorità assoluta di questo governo perché – ha spiegato il premier – l’evasione erode la legalità e mina le fondamenta del patto tra Stato e cittadini, ma anche il clima di fiducia che deve esistere tra cittadini”.
Lotta all’evasione fiscale che diviene decisiva soprattutto in un momento come questo, con l’Italia che ha preso l’impegno di risanare i propri conti, una promessa fatta nei confronti dell’intera comunità internazionale ed è quindi necessario debellare questo fenomeno che rappresenta “un vulnus gravissimo alla credibilità dello Stato”.
Agire contro chi evade le tasse, contrastando gli illeciti e tramite “percorsi di miglioramento dei rapporti tra il fisco e i contribuenti”. Perché se la priorità assoluta dell’esecutivo è la lotta all’evasione, l’obiettivo è anche quello di “migliorare la trasparenza, l’efficacia e l’efficienza” del rapporto tra l’amministrazione fiscale e i cittadini, puntando ad una “maggiore certezza del diritto” ad una “maggiore trasparenza” e ad un “fisco più semplice e accessibile”.
In questi mesi, ha ribadito il premier Monti, il governo ha fatto la sua parte, fornendo “strumenti nuovi, senza precedenti, per la lotta all’evasione fiscale”.

 

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