La situazione economica italiana
“Non siamo in guerra. Ma i danni economici fin qui provocati dalla crisi sono equivalenti a quelli di un conflitto”. Con queste poche parole, il Centro studi di Confindustria descrive la situazione economica del nostro Paese. A essere colpite, spiega l’indagine condotta dal Centro Studi, “sono state le parti più vitali e preziose del sistema Italia: l’industria manifatturiera e le giovani generazioni, quelle da cui dipende il futuro del Paese”.
Nel condurre l’analisi sull’attuale situazione economica, il Centro studi di Confindustria ha ravvisato un’analogia con un passato non tanto recente: “l’aumento e il livello dei debiti pubblici sono analoghi, in quasi tutte le economie avanzate, a quelli che si sono presentati al termine degli scontri bellici mondiali”.
Ed è proprio la riduzione del debito ad essere al centro delle iniziative dei governi dell’eurozona. Obiettivo che si cerca di raggiungere anche tramite una riduzione della spesa sia pubblica sia privata e che, tuttavia, come ha avvisato il presidente di coordinamento delle sezioni riunite della Corte dei Conti, Luigi Mazzillo, “non sarà agevole, in alcuni casi persino non auspicabile, mantenere per lunghi periodi”.
Avvertimento, questo di Luigi Mazzillo, contenuto nella sua relazione per la pronuncia del giudizio di parificazione del Rendiconto generale dello Stato relativo all’esercizio finanziario 2011, dove si riconosce che l’azione di governo nella riduzione della spesa sta avendo successo, “ma – si sottolinea – anche al costo di effetti distorsivi e del rischio di avvio di un circolo vizioso per quanto riguarda la crescita”.
Crescita che tarderà ad arrivare almeno nel breve periodo, infatti, secondo le previsioni avanzate dal Centro studi di Confindustria il Pil italiano è destinato ad una flessione del 2,4% nel 2012 e dello 0,3% nel 2013. Dati in controtendenza agli incrementi dell’1,8% nel 2010 e dello 0,4% nel 2011.
“La recessione italiana si è già concretizzata più intensa”, si legge nella premessa dell’indagine di Viale dell’Astronomia. “Il 90% dell’arretramento di quest’anno è già acquisito nel secondo trimestre (-2,1%)”.
Il 2013 si preannuncia, almeno secondo le stime del Centro studi di Confindustria, come un anno difficile per l’economia, con un Pil in contrazione e con quasi 1,5 milioni posti di lavoro in meno rispetto all’inizio del 2008. Per l’esattezza 1 milione e 482 mila “unità di lavoro equivalenti a tempo pieno”, secondo la stima del Centro studi di Confindustria.
L’occupazione calerà dell’1,4% nel 2012 (-1% già acquisito al primo trimestre) e dello 0,5% nel 2013. “Solo sul finire dell’anno prossimo le variazioni congiunturali – spiegano dal Centro studi – torneranno positive”. Ma nel 2012, a calare sarà anche i consumi. Infatti, la domanda totale calerà del 4,3% (-1% nel 2011). “In particolare – spiegano gli esperti – i consumi delle famiglie diminuiscono nettamente (-2,8%), conseguenza della fiducia al minimo storico, dell’ulteriore riduzione del reddito reale disponibile, della restrizione dei prestiti e dell’aumento del risparmio precauzionale”.