Pil ancora giù, crolla la produzione industriale
Nel secondo trimestre 2012 il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2005, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,7% sul trimestre precedente e del 2,5% rispetto al secondo trimestre del 2011.
Il calo congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutti e tre i grandi comparti di attività economica: agricoltura, industria e servizi. Il secondo trimestre del 2012 ha avuto due giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al secondo trimestre del 2011.
Nello stesso periodo il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,4% negli Stati Uniti ed è diminuito dello 0,7% nel Regno Unito. In termini tendenziali, il Pil è aumentato del 2,2% negli Stati Uniti, ed è diminuito dello 0,8% nel Regno Unito.
La variazione acquisita per il 2012 è pari a -1,9%.
In calo anche la produzione. A giugno 2012 l’indice destagionalizzato della produzione industriale è diminuito dell’1,4% rispetto a maggio. Nella media del trimestre aprile-giugno l’indice ha registrato una flessione dell’1,8% rispetto al trimestre immediatamente precedente.
Corretto per gli effetti di calendario, a giugno l’indice è diminuito in termini tendenziali dell’8,2% (i giorni lavorativi sono stati 21 come a giugno 2011). Nella media dei primi sei mesi dell’anno la produzione è diminuita del 7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano, a giugno 2012, variazioni tendenziali negative in tutti i comparti. La diminuzione più marcata riguarda il raggruppamento dei beni intermedi (-10,2%), ma cali significativi si registrano anche per i beni di consumo (-8,0%) e per i beni strumentali (-7,5%). Diminuisce in modo più contenuto l’energia (-2,1%).
Nel confronto tendenziale, l’unico settore in crescita è quello dell’attività estrattiva (+1,0%). Le diminuzioni più ampie si registrano per i settori delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-14,6%), della fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-13,1%) e della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi (-12,9%).