Il ricordo dell’11 settembre, 11 anni dopo | T-Mag | il magazine di Tecnè

Il ricordo dell’11 settembre, 11 anni dopo

di Claudia Carmenati

Se è vero che tutto scorre, questo anniversario ha diluito nel tempo il significato cruento e rabbioso. Il web che tutto santifica, amplifica e diffonde oggi sembra aver perso il mordente polemico. E’ più aria di memoria, ma dolce, creativa, compita. L’undici settembre sul web undici anni dopo. Molte foto, non più però con fumo e lacrime, quanto con quello che c’era e non c’è più. Le torri scomparse, che riappaiono solo nello specchio dell’Hudson nella luce dell’estate indiana, o nel disegno fatto a mano di chi le ha viste lì, e le rimette al loro posto. Parte indelebile dello skyline della città che never sleeps.
Le tesi dei complotti, le cospirazioni dei servizi segreti, i mille intrighi che dividono e fanno audience, oggi non contano molto. Nonostante il dibattito a volte si accenda di archivi segreti e fughe di notizie, più materiale televisivo alla Voyager che indagine e rivelazione.
Eppure il giornalismo, che è scienza cinica per antonomasia, oggi parla dell’accordo per il museo dedicato alla memoria dei caduti nelle Twin Towers. E’ la stampa, bellezza. D’altronde però come non avvertire un sapore di business, che gli americani come i neri per la musica ce l’hanno nel sangue, che questa coincidenza genera un non sappiamo che di marketing territoriale, per dirla con proprietà di linguaggio parlando di politici a stelle e a strisce, di accordo da campagna elettorale. Per ribadire ai cittadini, che nonostante tutto le istituzioni ci sono. Vedremo come si comporteranno nelle celebrazioni, tradizionali all’ora del primo schianto a Ground Zero.
L’ashtag #11settembre in tutte le lingue è un diario di ricordi, di come il mondo abbia trattenuto il fiato quel giorno e di come la foto di cosa stavamo facendo, dove e con chi eravamo sia antologia nelle generazioni che hanno visto. Ma i social network sono allo stesso tempo un coro di voci di chi era troppo piccolo per capire e oggi si interroga, si indigna, si infastidisce e anche si disinteressa. Segno dei tempi, di come anche le tragedie abbiano la data di scadenza, specie in un mondo che corre veloce, più veloce anche di due aerei che si sono schiantati nel pieno centro dell’isola più famosa al mondo.

 

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