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Disoccupazione giovanile: cosa fare?

I giovani europei non trovano lavoro, sono senza occupazione e l’Unione europea cerca di porre rimedio al problema. L’ultima relazione Ue sulla gioventù ribadisce che l’Unione europea e gli Stati membri devono fare di più per aiutare i propri giovani. Secondo quanto riportato recentemente dal Financial Times Deutschland, infatti, i dati raccolti nel rapporto riferiscono cifre preoccupanti: tra gli under 25, la disoccupazione è aumentata del 50% dall’inizio della crisi, passando da una media del 15% nel febbraio 2008 al 22,5% nel luglio 2012.
Analizzando le stime riferite da Eurostat, si rileva che i tassi di disoccupazione maggiori si riscontrano in Grecia (53,8%) e in Spagna (52,9%). Nell’insieme dell’Unione europea, invece, più del 30% dei giovani disoccupati si trova senza lavoro da più di un anno.
“Sono veramente preoccupata per gli effetti della crisi sui giovani. Troppi giovani si trovano esposti al rischio di esclusione sociale e di povertà. I giovani sono il nostro futuro e mi impegno a rafforzare le nostre politiche e i nostri programmi in tema di istruzione, formazione e gioventù per accrescere le loro prospettive occupazionali e le opportunità per la vita”, ha affermato Androulla Vassiliou, commissario europeo responsabile per l’istruzione, la cultura, il multilinguismo e le politiche giovanili.
Il trend è negativo oltreché preoccupante, ma le politiche adottate dagli stati membri potrebbero nel lungo periodo garantire effetti positivi. Dal 2009, anno in cui era stato pubblicato l’ultimo rapporto sui giovani, i Paesi dell’eurozona hanno rafforzato le iniziative nel campo dell’istruzione, dell’occupazione e dell’imprenditorialità rivolte ai giovani. Tuttavia non basta. Almeno secondo il parere della Commissione europea, secondo cui sarebbe più produttivo se gli Stati membri adottassero il modello scandinavo.
Nei Paesi scandinavi, infatti, dopo quattro mesi dalla fine del percorso di studi, se un giovane non ha ancora trovato un’occupazione, gli Stati incentivano le aziende a far sì che riesca ad ottenere un posto di lavoro, o in alternativa garantisce a titolo gratuito un ulteriore percorso che ne migliori la preparazione.
Introdotto sul finire degli anni novanta, questo modello ha permesso alla Finlandia di introdurre nel mondo del lavoro circa l’83% dei ragazzi che avevano aderito al programma. Questa, a detta della Commissione europea, potrebbe essere infatti la soluzione a uno dei problemi più gravi derivati dalla crisi economica.

 

1 Commento per “Disoccupazione giovanile: cosa fare?”

  1. […] nell’intera eurozona, con punte vertiginose in Spagna e in Grecia), la Commissione europea ha suggerito ai Paesi membri di “imitare” il modello scandinavo secondo cui un’impresa deve […]

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