Inps, la relazione sulla gestione finanziaria 2011 della Corte dei Conti
Le misure di risanamento dei principali fondi dell’Inps e la razionalizzazione di quelli minori sono “indilazionabili”. Questo è il parere della Corte dei Conti che, nella Relazione sulla gestione finanziaria Inps 2011, ribadisce a chiare lettere questa convinzione, chiedendo inoltre un “monitoraggio assiduo dell’incidenza delle riforme di lavoro e previdenza sulla spesa pensionistica”.
La relazione contiene anche un richiamo della Corte dei Conti, che invita l’Inps ad “un’attenta e responsabile riflessione sul crescente ricorso a risorse umane esterne – a copertura dell’organico, per consulenze in appalto, utilizzo generalizzato di procuratori e sostituti di udienza, massiccio impiego di medici convenzionati – per le incidenze sullo svolgimento di funzioni istituzionali spesso delicate e di elevato rilievo sociale ed i rischi di perdita delle stesse capacità di autogoverno dell’Ente”.
In sostanza, secondo il parere della Corte dei Conti, il modello della previdenza complementare va “sottoposto a riesame”, perché si sono ormai rese necessarie “misure di rilancio” per “incentivare le esigue iscrizioni” ma anche misure di “razionalizzazione” per ridurre l’estrema polverizzazione del sistema.
La Corte dei Conti, si legge nella relazione, esige anche “l’intensificazione degli interventi volti a contrastare l’ampia area di evasione ed elusione degli obblighi contributivi, comprovata dalla modesta incidenza degli accessi in rapporto alle aziende censite, pervenendo altresì a definire le indispensabili coerenze tra le somme accertate e le corrispondenti riscossioni”.
Ma tra le tante richieste, i molti inviti, la Corte dei Conti esprime anche un apprezzamento esplicito per il riassetto e riequilibrio della governance dell’Inps, nei profili della vigilanza ministeriale e dei controlli interni e nel ridisegno di ruoli degli organi di indirizzo e di gestione, tutte iniziative volte a correggere le eccessive concentrazioni di potere nelle mani del presidente dell’Istituto e di rafforzare le attribuzioni del Consiglio di indirizzo e vigilanza.