Gli scatti di Robert Doisneau (1912-1994) con la sinfonia parigina | T-Mag | il magazine di Tecnè

Gli scatti di Robert Doisneau (1912-1994) con la sinfonia parigina

di Stefano Di Rienzo

Attualmente presso la splendida sede del Palazzo delle Esposizioni a Roma si sta svolgendo una mostra monografica su Robert Doisneau (dal 28 Settembre al 3 Febbraio 2013), uno dei più grandi fotografi francesi.
L’esposizione celebra il centenario della nascita del poeta presentando al grande pubblico più di 200 fotografie originali scattate dallo stesso Doisneau nella Ville Lumière a Parigi tra il 1934 e il 1991 raggruppate tematicamente che ripercorrono i soggetti a lui più cari. La mostra condurrà il visitatore in una emozionante passeggiata nei giardini di Parigi, lungo la Senna, per le strade del centro e della periferia, nei bistrot, negli atelier di moda e nelle gallerie d’arte della capitale francese. Il soggetto prediletto delle sue fotografie in bianco e nero sono infatti i parigini: le donne, gli uomini, i bambini, gli innamorati, gli animali e il loro modo di vivere questa città senza tempo.
Robert Doisneau percorre fotograficamente le periferie di Parigi per impossessarsi dei tesori che i suoi contemporanei trasmettono inconsciamente. E una Parigi umanista e generosa ma anche sublime che si rivela nella nudità del quotidiano, nessuno meglio di lui si avvicina e fissa nell’istante della fotografia gli uomini nella loro verità quotidiana qualche volta reinventata. Il suo lavoro di intimo spettatore appare oggi come un vasto album di famiglia dove ciascuno si riconosce con emozione.
Doisneau ha dedicato un immenso talento all’amore, ne conosceva il respiro, i luoghi quasi invisibili accanto a quelli universalmente noti, l’invitante piacere dei bistrot, la ludica presenza dei bambini, i macellai della Villette, l’eleganza della couture, le carismatiche celebrità, i conviviali ritrovi operai. Con passo lento girovagava e camminava per ore e arrivava dovunque oppure aveva il coraggio di piazzarsi in un punto e restarvi immobile a lungo, ha fissato così attimi indimenticabili della Parigi capitale dell’arte e della cultura mondiale. Con ironia, sguardo da poeta e rara acutezza ha immortalato le conversazioni animate degli intellettuali e le giocose acrobazie dei ragazzini e in sequenza incredibile i passanti (quasi sudici) capaci di attraversare l’infinita Place de la Concorde sfidando la muta delle auto. Doisneau sosteneva che: “Un immagine non deve essere ne perfetta ne accademica, bisogna lasciare la porta socchiusa per far entrare l’imperfezione che suscita il fattore emotivo”, e infatti gli riusciva come difficilmente accade di emozionare
Noto oggi al grande pubblico Doisneau dopo essersi diplomato alla Ecole Estienne scopre la fotografia da giovane mentre lavora in uno studio di pubblicità specializzato in prodotti farmaceutici. Nel 1931 è operatore da Vigneau e nel 1934 è fotografo per le officine Renault da dove viene licenziato cinque anni più tardi per assenteismo. Nel 1939 diviene fotografo-illustratore free-lance e nel 1946 entra definitivamente all’agenzia Rapho. Nel 1974 la Galleria Chateau d’Eau di Toulouse espone le sue opere, e a partire dagli anni Settanta ottiene i più importanti riconoscimenti e da allora le sue fotografie vengono pubblicate, riprodotte e vendute in tutto il mondo. Autore di un gran numero di opere tra cui le più importanti sono: “Il Bacio davanti all’Hotel de Ville” (1950) diventata un simbolo degli innamorati di tutto il mondo e dell’amore, “La Ballata di Pierrette d’Orient” (1953), “Le Plongeur du Pont d’Iena” (1945), Doisneau è diventato il più illustre rappresentante della fotografia “umanista” in Francia. Le sue immagini sono oggi conservate nelle più grandi collezioni in Francia negli Stati Uniti e in Gran Bretagna e sono esposte in tutto il mondo.
Dopo essere stata presentata a Parigi presso l’Hotel de la Ville e in Giappone al Mitsukoshi di Tokyo e all’Isetam Museum di Kyoto nel centenario della sua nascita, la mostra su Robert Doisneau arriva per la prima volta in Italia per iniziativa della Fondazione Fratelli Alinari, dell’Atelier Doisneau, con il patrocino della Ville de Paris e di Roma Capitale.
Dopo aver toccato Roma l’esposizione sarà poi allestita a Milano allo Spazio Oberdan dal 19 Febbraio al 1 Maggio 2013 per iniziativa della Provincia di Milano e degli altri enti promotori e sarà accompagnata da una serie di eventi collaterali dedicati a Parigi e alla fotografia a partire da una inedita rassegna cinematografica ed altri incontri culturali.
Doisneau è un grande narratore capace con la sua macchina di evocare un tempo perduto già all’istante stesso in cui scatta, torna utile per lui la celebre frase di Proust nella sua opera “Recherche”: “la fotografia acquista un po’ di dignità che le manca quando cessa di essere una riproduzione del reale e ci mostra cose che più non esistono.”
L’esposizione è la prima di un ciclo di importanti mostre dedicate alla fotografia francese del Novecento con la collaborazione della Ville de Paris.

 

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