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Vincitori e vinti, la forza del Pd

di Matteo Buttaroni

Pier Luigi Bersani con il 61% delle preferenze ha battuto al ballottaggio delle primarie del centrosinistra il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, il quale ha ottenuto il 39%.
Il sindaco di Firenze ammettendo la sconfitta su Twitter e su Facebook ha scritto: “Era giusto provarci. Grazie di cuore a tutti”.
Parlando alla Fortezza da Basso a Firenze ha detto: “Lui ha vinto e noi no, congratulazioni. Nessun rimpianto. Abbiamo offerto due modelli di centrosinistra. Abbiamo raccontato due diverse idee di Italia: oggi dobbiamo prendere atto che la nostra idea non è stata vincente. Io ho perso. I risultati che abbiamo ottenuto non bastano: non eravamo qui per fare una battaglia di testimonianza. Volevamo prendere in mano il governo del Paese e non ce l’abbiamo fatta: abbiamo sbagliato qualcosa. Spero che dopo aver visto un under 40 provarci altri trovino il coraggio di fare altrettanto. Non era l’ambizione di un ragazzetto, come ha scritto qualcuno. Era il voler dare un senso a un sogno, alla nostra tenacia. Non sono riuscito, fuori dalla Toscana, a scrollarmi l’immagine del ragazzetto”.
Augurando il meglio al vincitore, secondo Renzi, “Bersani deve andare a parlare all’Italia che è rimasta fuori dai gazebo. Noi saremo leali. Ma voi, andando a casa, siate orgogliosi di quello che siete riusciti a fare in questi tre mesi. Ne valeva la pena”.
Chiudendo il discorso ha commentato un messaggio arrivatogli su Twitter che recita: “Finalmente Renzi ha fatto qualcosa di sinistra: ha perso. E’stato il commento più simpatico e forse più vero”.
Il segretario del Pd invece, parlando al Teatro Capranica, ha detto: “La prima e più grande soddisfazione è l’aver creduto a queste primarie, una grandissima avventura politica. Le ho volute testardamente e le ho volute aperte. Un partito popolare come il mio deve sempre aver fiducia nella gente: questo e’ il primo insegnamento. Anche per me una vittoria così netta è una sorpresa, ma sono sempre stato tranquillo”.
“Non può esistere – ha aggiunto – un grande schieramento dei progressisti senza i volontari e senza un’organizzazione che li sappia tenere assieme. Laura Puppato sa che il suo interesse per la green economy è nelle mie corde e si vedrà, ringrazio Bruno Tabacci, Nichi Vendola e Matteo Renzi. Lo saluto con un applauso e gli riconosco una presenza forte e fresca, il contributo grande per far vivere in modo vero queste primarie. Ora devo fare due cose: dare un forte profilo di governo e cambiamento al centrosinistra. Predisporre gli spazi per dare opportunità alla nuova generazione. La vera battaglia inizia adesso. Già da domani mi metterò all’opera: partirò per la Libia e incontrerò il neopresidente perché l’Italia riprenda un ruolo nel Mediterraneo. La sfida ora è alzare l’asticella. Dobbiamo vincere le elezioni ma non si puo’ vincere a qualsiasi prezzo: niente favole perché poi non si governa. Non sarà semplice, ma il paese ha bisogno di questo: siamo di fronte alla più grande crisi dal dopoguerra a oggi. Problema numero uno è il lavoro. Ma anche il distacco tra cittadini, politica e istituzioni. Dobbiamo prendere di petto questi problemi, dobbiamo farlo con la verità: dobbiamo vincere con la verità”.
Arrivano anche le congratulazioni di Vendola a Bersani: “Ora è lui il candidato premier del centrosinistra. Le primarie sono state un grande evento di democrazia e di partecipazione, un’onda che ha avuto nel proprio cuore la spinta per un’uscita a sinistra dalla crisi delle prima Repubblica e del berlusconismo”.
“Ciò che conta – commenta invece Bruno Tabacci – è che queste primarie siano state molto positive. In un clima così negativo hanno riavvicinato gli italiani alla politica. Sono state una cosa buona anche se qualcuno ha provato a sporcarle, ma per fortuna non ci è riuscito. Si è tentato di creare un’operazione, diciamo così, poco chiara. Del resto era di tutta evidenza che si è trattato di un voto cristallino. Io stesso quando ho proposto la mia candidatura ho sottoscritto le regole e le conoscevo. Erano chiare sin dall’inizio. Nessun dubbio”.
Congratulandosi con Bersani ha aggiunto: “è un successo ampio, solido, importante. Adesso bisogna costruire le condizioni per dare vita a una coalizione che sia vincente nel Paese. E mi sembra che ce ne siano tutte le possibilità”.
Dal vicepresidente del Pd, Enrico Letta, arrivano le congratulazioni a Renzi che secondo Letta “deve stare in squadra. Sì, ha detto che resterà a Firenze, che non vuole premi di consolazione, ma il risultato di ieri carica anche lui di responsabilità maggiori. Deve venire a Roma. Dentro il progetto deve avere un ruolo prioritario, importante, e credo che questo sia anche il pensiero di Bersani.
Il Pd, per me, è nato in queste primarie. Una competizione vera, in cui si sono mescolate storie e appartenenze, e le provenienze sono diventate un fatto formale. Una mescolanza che io trovo positiva. Renzi ha vinto nelle ‘regioni rosse’. Bersani è stato sostenuto da molti che non sono ex Ds. Direi che il Pd è finalmente nato. E il secondo turno è stato più importante del primo perché ha dato al Paese l’idea delle caratteristiche più forti della leadership bersaniana. Ha lavorato con calma, serenità e concretezza, senza cadere nel tranello delle provocazioni.
Per Bersani è stata la consacrazione completa. Adesso si candida a guidare il Paese.
Questo risultato chiude ogni polemica e ora si delinea l’agenda per la campagna elettorale. La road map di dicembre, tanto per cominciare”.
“La legge elettorale – conclude – è un passaggio cruciale che dobbiamo presidiare ma so per certo che una vittoria così netta di Bersani cambierà anche la discussione sulla legge. Non credo che adesso alla Camera si possa creare una maggioranza contro il Pd. Non mi sembra che siano queste le intenzioni di Casini e Fini. Mi sento più fiducioso e al riparo dagli scherzi del Pdl”.
Per Rosy Bindi invece “quello che ha conseguito Renzi è un risultato indubbiamente significativo e, come ha sempre detto, ora dovrebbe essere messo al servizio della campagna elettorale per vincere le elezioni. Possiamo essere davvero soddisfatti non solo per una vittoria chiara e netta del nostro segretario, ma soprattutto perché il partito ha dato prova di maturità e generosità. La più grande soddisfazione è questa, aver accettato di farsi attraversare dalle inevitabili tensioni delle primarie per il bene dell’Italia. Ora Bersani è candidato a guidare il Paese e con lui lo è tutto il partito e il nuovo centrosinistra”.
Guardando ai primi dati risulta che è Roma la città dove Bersani ha ottenuto più voti, totalizzando circa il 70% delle preferenze. Bersani è primo anche in Umbria con il 51,29% contro il 48,71% ottenuto da Renzi, nelle Marche con il 54,37% contro il 45,63%, in Emilia Romagna con il 60,56% contro il 39,44%.
Dunque Bersani ottiene la maggioranza su gran parte delle Regioni meno che in Toscana, dove il sindaco di Firenze ha vinto con il 54,98% delle preferenze contro il 45,02%, ottenuto dal segretario del Partito democratico.

 

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