Come funziona il redditometro?
Sarà operativo da marzo, il cosiddetto “redditometro”, strumento mediante il quale l’Agenzia delle Entrate cercherà di combattere con maggiore incisività l’evasione fiscale.
Come è composto e, soprattutto, come funziona il redditometro?
L’obiettivo, lo abbiamo detto, è stanare gli evasori. Con questo scopo, il Fisco esaminerà tutti gli ambiti dove il contribuente può aver impiegato il proprio denaro. In tutto sono cento le voci di spesa, divise in undici grandi categorie, che il Fisco provvederà ad esaminare.
Consumi generi alimentari, bevande, abbigliamento e calzature; abitazione; combustibile ed energia; mobili, elettrodomestici e servizi per la casa; sanità; trasporti; comunicazioni; istruzione; altri beni e servizi; investimenti . Tuttavia, stando a quanto si legge nel decreto che rende operativo il nuovo redditometro, l’Agenzia delle Entrate potrà utilizzare anche altri indicatori non presenti sulla tabella.
Ma il redditometro potrà anche incrociare i dati di tutte le banche dati a disposizione dell’Agenzia delle Entrate, sommando quindi tra di loro quelle spese che per qualche motivo vengono rilevate e sono presenti in qualche banca dati.
L’Agenzia delle Entrate partirà dalle spese reali effettuate nel corso dell’anno preso in esame, quelle presenti nelle banche dati del Fisco (l’anagrafe tributaria). Il risultato verrà poi confrontato con il paniere Istat, ovvero con la spesa media calcolata nell’Indagine annuale sui Consumi, parametrata su diversi tipologie di nuclei familiari: single o coppie, con o senza figli a carico; under 35, over 65 o nel mezzo. A fare la differenza sarà anche la residenza del nucleo familiare: Nord – Ovest, Nord – Est, Centro, Sud, Isole.
Se la spesa “vera” è inferiore alla media Istat, il Fisco sceglie il valore maggiore (“induttivo”). Se il dato Istat manca, si ricorre ad “analisi o studi socio–economici”.
Ma il Fisco effettuerà accertamenti più approfonditi solo in determinati casi, ovvero quando ci sarà una differenza, tra le spese effettuate e il reddito dichiarato, superiore al 20%. In casi simili, il contribuente dovrà poi provare che l’ammontare delle spese è fuori misura o che gli acquisti sono stati finanziati in altri modi, con i risparmi di una vita o con denaro prestato, regalato, donato, vinto o ereditato. Nel caso in cui la documentazione presentata non dovesse soddisfare l’Agenzia delle Entrate, il contribuente potrà rivolgersi al tribunale e spetterà poi al giudice esaminare il caso e prendere una decisione.