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Media e silenzio con il Conclave alle porte

di Marinella Bandini

Sono passati dieci giorni appena da quando Papa Benedetto ha parlato del “Concilio dei Padri” e del “Concilio dei media”: “Questo era quello dominante, più efficiente, ed ha creato tante calamità, tanti problemi, realmente tante miserie”. Ma dopo 50 anni, “vediamo come questo Concilio virtuale si rompa, si perda, e appare il vero Concilio con tutta la sua forza spirituale”. Chissà se tra 50 anni dovremo dire lo stesso del Conclave ormai alle porte. Il clamore mediatico in questi giorni si leva con ancora più forza di allora, grazie alle nuove tecnologie: dietrologie sulla decisione del Papa, scandali e dossier a sfondo più o meno sessuale, petizioni e sondaggi sull’opportunità che i cardinali partecipino al voto, toto-nomine e spoil-system. Il tutto condito dalle distorsioni di chi poco è avvezzo alla vita curiale e, come nel caso del Concilio, denunciato da Benedetto XVI, legge gli stessi fatti con altre categorie.
Forse memore del monito papale, dalla Segreteria di Stato arriva lo stop: “Nel corso dei secoli i Cardinali hanno dovuto far fronte a molteplici forme di pressione, esercitate sui singoli elettori e sullo stesso Collegio, che avevano come fine quello di condizionarne le decisioni, piegandole a logiche di tipo politico o mondano. Se in passato sono state le cosiddette potenze, cioè gli Stati, a cercare di far valere il proprio condizionamento nell’elezione del Papa, oggi si tenta di mettere in gioco il peso dell’opinione pubblica, spesso sulla base di valutazioni che non colgono l’aspetto tipicamente spirituale del momento che la Chiesa sta vivendo. È deplorevole che, con l’approssimarsi del tempo in cui avrà inizio il Conclave e i Cardinali elettori saranno tenuti, in coscienza e davanti a Dio, ad esprimere in piena libertà la propria scelta, si moltiplichi la diffusione di notizie spesso non verificate, o non verificabili, o addirittura false, anche con grave danno di persone e istituzioni”.
Uno su tutti il caso del cardinale Roger Mahony, arcivescovo emerito di Los Angeles, a processo con l’accusa di aver insabbiato molti casi di abuso su minori da parte di suoi sacerdoti. La petizione dell’associazione americana Christian United è rimbalzata in Italia sulle pagine di Famiglia Cristiana, che ha indetto un sondaggio tra i lettori sull’opportunità che il 77enne porporato partecipi al voto. Come se queste cose potessero essere decise alla maniera referendaria. Senza parlare dei cardinali stessi che hanno pensato di affidare ai giornali la loro opinione sul caso. Nel mirino ci sono soprattutto i cardinali americani, il cui peso è in crescita, e dalle cui fila si pensa possa uscire il nuovo Pontefice. Il gossip lambisce Timothy Dolan e Marc Ouellet (per misfatti commessi da uno dei suoi fratelli). Mentre si evoca l’ombra minacciosa del dossier sul caso Vatileaks, ad oggi coperto da segreto pontificio, su cui i tre cardinali della commissione investigativa voluta dal Papa potrebbero essere chiamati a relazionare.
Pochi si sono accorti della strada indicata dal Papa, con la sua precisa scelta di tempi. La rinuncia a ridosso della Quaresima – con quel monito sul “volto deturpato” della Chiesa e l’invito a “stracciarsi il cuore e non le vesti – e una settimana di silenzio, per gli esercizi spirituali. Conclusi da alcune parole spontanee di Benedetto XVI: “Sembra quasi che il maligno voglia permanentemente sporcare la creazione, per contraddire Dio e per rendere irriconoscibile la sua verità e la sua bellezza”. E in una lettera al cardinale Gianfranco Ravasi, che ha predicato, scrive: “Ai molti che anche oggi domandano: ‘Chi ci farà vedere il bene?’, possono rispondere quanti riflettono sul loro volto e con la loro vita la luce del volto di Dio”. Alla fine “rimane in me questa gratitudine e anche se adesso finisce l’‘esteriore’, ‘visibile’ comunione rimane la vicinanza spirituale, rimane una profonda comunione nella preghiera. In questa certezza andiamo avanti, sicuri della vittoria di Dio, sicuri della verità della bellezza e dell’amore”.
“Mai come in questi momenti – si conclude la nota della Segreteria di Stato -, i cattolici si concentrano su ciò che è essenziale: pregano per Papa Benedetto, pregano affinché lo Spirito Santo illumini il Collegio dei Cardinali, pregano per il futuro Pontefice, fiduciosi che le sorti della barca di Pietro sono nelle mani di Dio”. E chissà che nel frastuono mediatico non si faccia largo nella folla il silenzio reale di Papa Benedetto, quello in cui ha “ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio” per rinunciare “con piena libertà” al suo ministero. Quello che forse può aiutare a mettere a fuoco quel che accade davanti ai nostri occhi, a cogliere i “segni dei tempi” e magari anche quelli dello Spirito.

 

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