Esclusi eccellenti e “trombati”
Chiamateli come preferite: trombati o esclusi eccellenti, ma il discorso è sempre lo stesso. Uno degli effetti immediati di queste ultime elezioni è che alcuni politici, dopo anni trascorsi in Parlamento, non potranno più trovare posto tra gli scranni di Palazzo Montecitorio o Palazzo Madama.
Gianfranco Fini, ad esempio. Il partito guidato dal presidente della Camera uscente, Futuro e libertà, non è riuscito infatti a raggiungere il 2% dei consensi (soglia che i partiti facenti parte di una coalizione devono necessariamente superare per poter ottenere almeno un seggio), fermandosi allo 0,46%. E così l’ex leader di Alleanza Nazionale, eletto deputato per la prima volta nel 1983, resterà fuori. Stesso destino anche per Antonio Di Pietro.
Ma nel leggere la lista di chi non è riuscito ad ottenere un numero di consensi sufficienti per tornare in Parlamento, capiamo che Fini e Di Pietro non sono gli unici, anzi.
Tra i cosiddetti “trombati” troviamo Italo Bocchino e Giulia Bongiorno, ma anche Francesco Storace de La Destra e Raffaele Lombardo del Movimento per le Autonomie, Gianpiero Samorì, Gianfranco Miccichè e i radicali Marco Pannella ed Emma Bonino.
Sorte simile, ma discorso leggermente diverso per Antonio Ingroia, che con il proprio movimento, Rivoluzione Civile, ha cercato di entrare in Parlamento per la sua prima volta. Ma l’1,79 % delle preferenze ottenute al Senato e il 2,25% conquistate alla Camera sono state insufficienti per poter essere eletto.