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Ancora giù l’occupazione nelle imprese

imprese-artigianeSono oltre 232mila le entrate e più di 196mila le uscite di lavoratori con contratto “subordinato” e “autonomo”. Ma il saldo positivo non altera il quadro di una crisi occupazionale che si protrae anche nel II trimestre 2013. A determinarlo, infatti, sarà soprattutto l’aumento, fortemente legato all’approssimarsi dei mesi estivi, delle assunzioni stagionali necessarie alle attività commerciali e turistiche. Se confrontate con lo stesso periodo dello scorso anno, le previsioni di assunzione delle imprese dell’industria e dei servizi per il periodo aprile-giugno, elaborate dal Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro, mostrano solo variazioni negative: complessivamente si tratta di 55mila entrate in meno (dalle 287mila del II trimestre 2012 alle poco più di 232mila del secondo trimestre di quest’anno), di cui 36mila di lavoratori dipendenti (anche stagionali) e 18.900 di contratti atipici e interinali. E con oltre 196.200 contratti cessati nel trimestre (contro i quasi 189mila registrati tra aprile e giugno dello scorso anno), la differenza tra nuovi contratti e uscite di personale risulta positiva, a 36mila unità, ma ben più contenuta rispetto al secondo trimestre 2012, quando risultavano a +98mila e 200.
Unica nota parzialmente positiva del quadro che emerge dalla previsioni delle imprese è che, soprattutto per l’incremento delle assunzioni a carattere stagionale, la quota di entrate di lavoratori subordinati per le quali le imprese appaiono disponibili ad assumere giovani con meno di trent’anni risulta in salita dal 28 al 30% tra il I e il II trimestre dell’anno sebbene ciò avverrà in prevalenza per la maggior richiesta proveniente dalle imprese del settore turistico e della ristorazione.
“L’approssimarsi della stagione estiva riporta in positivo il saldo tra entrate e uscite di lavoratori previste dalle imprese”, commenta il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. “Purtroppo, però, questo andamento ancora non consente di tirare un respiro di sollievo. Diventano sempre più necessarie misure di sostegno sul fronte occupazionale, in particolar modo dirette ad aprire prospettive ai giovani”.
Le 232mila entrate previste dalle imprese dell’industria e dei servizi tra aprile e giugno 2013 riguarderanno circa 212mila lavoratori subordinati: 37.500 con contratto a tempo indeterminato, 9.100 con contratto di apprendistato e oltre 140mila rapporti di lavoro a termine, di cui 98mila a carattere non stagionale, 94mila stagionale e circa 20mila interinali. Considerando anche le uscite previste nel trimestre, il saldo sarà positivo per i lavoratori non stagionali e stagionali (+35.300), mentre risulterà negativo di circa 2mila unità per quanto riguarda i contratti interinali. Modesto l’aumento previsto per i collaboratori a progetto, per i quali le circa 15mila entrate previste saranno quasi completamente compensate dalle uscite (+100 il saldo) mentre dovrebbero essere circa 600 in più i lavoratori non alle dipendenze (con partita Iva o occasionali) che il sistema produttivo ritiene di voler utilizzare entro giugno (5.700 le entrate previste).
Rispetto al secondo trimestre 2012, le assunzioni con contratto a tempo indeterminato si ridurranno di quasi ottomila unità (-17,4%), l’apprendistato di 1.200 (-11,7%), i contratti a termine di quasi 26mila (-15,5%). Pur rappresentando in questo secondo trimestre del 2013 la componente più elevata delle assunzioni, diminuiscono anche le entrate di stagionali (24mila in meno, con un calo del 20,3% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno).
Le previsioni mostrano inoltre un aumento dei contratti a termine per prova di personale (+24,3%), che parrebbe la forma di accesso al lavoro più utilizzata dalle imprese come possibile “anticamera” per contratti più “stabili”, specie con riferimento alla componente giovanile. Se tale modalità è utilizzata nel 34% dei casi in cui è esplicitamente richiesto un giovane, la medesima quota scende di ben 10 punti percentuali nel caso in cui si tratta specificatamente di personale con più di 30 anni. Se si presumesse che la quota rimanente (42%) per la quale non è stata specificata un’età si distribuisse proporzionalmente tra over ed under 30, la percentuale di utilizzo del contratto determinato in forma di prova si attesterebbe al 60% per i giovani ed al 40% per gli altri ingressi.

La variazione tendenziale negativa dei flussi d’ingresso del II trimestre 2013, pari a -55.000 unità, si dettaglia in una diminuzione di 5.700 entrate complessive nell’industria e ben 49.000 in meno nei servizi. Per l’industria, è il settore delle costruzioni (-4.500 entrate) a determinare in gran parte questa caduta, nel secondo caso sono i servizi a imprese e persone a mostrare la flessione maggiore (-33.600 entrate), seguite dai servizi turistici (-11.000 entrate). Mentre il settore industriale in senso stretto può contare sul traino dell’export per sostenere in parte la domanda di lavoro, la crisi dei consumi interni sembra dunque avere forti conseguenze sugli andamenti occupazionali di molte attività di servizio.
Una situazione non brillante, anche se con sfaccettature diverse, si propone nell’analisi dei saldi tra flussi settoriali: per l’industria si passa da un dato leggermente positivo (+210 unità) nel 2012 ad un saldo negativo di ben 4.000 unità nel 2013, anche in questo caso causato principalmente dalle costruzioni (-8.400 unità). Resta positivo, invece, il saldo dei servizi (+47.400 unità) ma meno del relativo dato nel 2012 (+94.000 unità); in ogni caso, analizzando l’analogo valore dei servizi al netto del settore turistico si passa da un dato positivo di quasi 40.000 unità nel 2012 ad uno negativo di quasi 8.000 unità nel 2013.
Il maggior numero di assunzioni alle dipendenze (comprensive dei contratti stagionali ma al netto degli interinali) dovrebbe registrarsi tra aprile e giugno nel Mezzogiorno (oltre 57mila, con un saldo positivo tra entrate e uscite di più di 13.500 unità). A seguire il Nord-Est (50mila entrate e un salto di +10mila), quindi il Nord-Ovest (oltre 46mila, con un saldo di +3.200) e il Centro (38mila entrate e un saldo attivo di 10.500 unità). A guidare la classifica regionale per volumi di assunzioni previste la Lombardia (27mila circa), l’Emilia Romagna (19mila) e il Veneto (oltre 17mila). La Lombardia, tuttavia, è anche la regione in cui si registrerà nel II trimestre 2013 il saldo più negativo (pari a circa 800 posti di lavoro in meno), seguita dalla Valle d’Aosta (quasi 500), quindi il Trentino Alto Adige (-160). All’opposto l’Emilia Romagna e la Toscana, dove saranno 6mila i posti di lavoro in più, la Liguria (quasi 3.500) e la Campania (oltre 3mila).
Il calo delle assunzioni rispetto al II trimestre del 2012 non coinvolge nella stessa misura tutte le dimensioni d’impresa. Prendendo in considerazione le sole assunzioni di lavoratori subordinati a carattere non stagionale (stimate da Excelsior in 98mila circa nel trimestre in corso), il confronto con lo stesso periodo dello scorso anno evidenzia una più cospicua riduzione tra le imprese di dimensioni maggiori. Dovrebbero infatti essere oltre 10mila le assunzioni in meno(-24%) nelle aziende con 250 dipendenti ed oltre (33mila quelle previste tra aprile e giugno 2013) e poco più di 1.500 (-11%) quelle in meno nelle imprese con 50-249 dipendenti (13.000 entrate nel trimestre). Appaiono al contrario pressoché stabili le assunzioni previste nelle imprese con 1-49 dipendenti, alle quali, nel trimestre in corso, si dovranno quasi 52mila entrate.

La maggior riduzione dovrebbe interessare il settore dei servizi (quasi 10mila le assunzioni in meno di lavoratori subordinati rispetto allo scorso anno, 4.500 delle quali dovute al commercio), mentre poco più di 2mila dovrebbero essere i posti di lavoro “stabile” che si ridurranno nell’industria (1.100 nel manifatturiero e circa mille nelle costruzioni).
Una caratteristica del II trimestre dell’anno è l’elevatissima concentrazione delle assunzioni su un numero molto ridotto di profili professionali. Al primo posto, in quanto professioni a elevata rotazione del personale, anche a prescindere dalla stagionalità, si incontrano 61mila cuochi, camerieri e altre professioni dei servizi turistici, il 31,9% del totale, assunti nell’83% dei casi con contratto stagionale. Al secondo posto i 18mila addetti ai servizi di pulizia e altri servizi alle persone, che raggiungono il 9,3% del totale e che per quasi il 55% saranno assunti con contratto stagionale. Oltre 9.500 assunzioni riguarderanno di addetti all’accoglienza, all’informazione e all’assistenza della clientela. Di poco inferiore il numero di assunzioni di commessi e altro personale di esercizi commerciali al dettaglio e all’ingrosso (esclusa la grande distribuzione): circa 9.450; per questi, inoltre, gli assunti con contratto stagionale saranno circa il 30% del totale.
Anche per effetto della forte crescita delle assunzioni stagionali previste tra aprile e giugno 2013, salgono le “quotazioni” dei giovani under 30 da parte delle imprese. Esse dovrebbero rappresentare il 30% delle entrate totali, aumentando di 2 punti percentuali rispetto al primo trimestre dell’anno.
Il confronto tra il II trimestre 2013 e l’analogo del 2012 mostra comunque, anche sotto questo aspetto, una variazione negativa. Se lo scorso anno le imprese erano disponibili ad assumere giovani meno che trentenni per il 31,7% delle entrate, nel trimestre attuale la quota si restringe al 30,2%.

 

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