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La benzina e il buon governo

di Andrea Ferraretto

crescita_crisiDi ritorno da una vacanza in Alto Adige, oltre al ricordo dei paesaggi incantevoli e dell’amenità dei luoghi, riaffiorano nella mente del turista alcune considerazioni sulla situazione che stiamo vivendo in Italia. È un’esperienza particolarmente interessante perché permette di verificare e toccare con mano un catalogo delle cose che vanno e che non vanno, di quelle tante piccole cose che, quotidianamente, vengono descritte, discusse, annunciate e rinviate, perché, di volta in volta, non ci sono le risorse, mancano i progetti, sono altre le priorità, c’è un’emergenza.
In quella regione, che, si dirà, è una provincia autonoma, che beneficia di finanziamenti speciali e di altre opportunità che altrove non ci sono, il turista, anche il più sprovveduto e distratto potrà osservare la cura del territorio, la manutenzione dei centri abitati, una viabilità efficiente e ben gestita, un servizio di trasporto pubblico capillare e funzionante, scuole ed edifici scolastici all’avanguardia con impianti sportivi e attrezzature, un servizio sanitario pubblico (solo pubblico) che svolge con un altissimo livello di qualità la propria funzione, la gestione del sistema di raccolta dei rifiuti con impianti di smaltimento e riciclaggio in ogni distretto, piste ciclabili che fanno parte integrante del sistema della mobilità e dei trasporti, impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, sia fotovoltaici sia a biomassa, che realizzano quell’idea di cogenerazione diffusa che sta alla base delle politiche europee dell’energia.
Un sistema, insomma, capace di produrre opportunità per il territorio, valorizzando le caratteristiche e i punti di forza del territorio: un sistema che funziona, che permette di attrarre turismo nazionale e internazionale, ma, soprattutto, un sistema in grado di dimostrare l’efficienza e l’efficacia degli investimenti pubblici, con un rispetto per le regole e per il ruolo che può avere ogni singolo cittadino che appartiene a quella comunità.
Non è il paese incantato di Heidi che porta al pascolo le caprette: è un altro modo di governare, con maggiore responsabilità e, aspetto non trascurabile, con la credibilità della politica che riesce ad assumersi il ruolo di guidare lo sviluppo, alimentando il sistema con opportunità che sono capaci di dare forza e competitività. L’Italia, quando si è lì, sembra ancora più lontana, immersa nell’incapacità di avere un progetto e di diventare realmente una regione europea in grado di sconfiggere i ritardi accumulati in decenni di malgoverno, corruzione e illegalità.
La distanza la percepisci quando varchi il confine con l’Austria, pochi chilometri percorsi per scoprire che la benzina costa, in media, 40 cent in meno al litro: quella differenza spiega molto più di tanti relazioni e studi econometrici la difficoltà dell’Italia di poter cambiare rotta e marcia.
Una differenza enorme, fatta di accise e inefficienza, che serve a pagare un sistema incapace di cambiare: una tassa che ognuno di noi paga per continuare ad avere un sistema iniquo e dannoso, avvolto nella poltiglia che, da decenni, si alimenta con scandali, ruberie e cattiva politica.
Fa bene guardare cosa accade altrove perché permettere di fare confronti e capire che per cambiare non può bastare il dibattito sguaiato di un talk show ma neppure una classe dirigente inadeguata e incapace, selezionata solo attraverso la cooptazione e un inutile sarabanda fatta di primarie finte.
Passerà un’altra estate, fatta di sentenze giudiziarie e di commenti logorroici e autoreferenziali, facendo scorrere l’ennesima opportunità per cambiare e uscire dalla crisi: un’estate che sarà condita anche dalle notizie sull’aumento della benzina, così, tanto per non perdere l’abitudine.

 

1 Commento per “La benzina e il buon governo”

  1. […] che ci avvolge da tempo e dalla quale sembra sempre più difficile trovare un percorso condiviso: “La benzina e il buon governo”: alcune considerazioni sulla situazione che stiamo vivendo in Italia. T-MAG, il magazine di Tecnè […]

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