Confcommercio: “Maggiore flessibilità favorisce opportunità di lavoro”
Secondo un’analisi di Confcommercio sull’utilizzo e gli effetti dei contratti a tempo determinato negli ultimi 15 anni in Italia l’occupazione dipendente è cresciuta grazie anche all’introduzione di forme contrattuali flessibili. In questo arco di tempo, l’utilizzo dei contratti a tempo determinato in Italia è andato di pari passo con quelli a tempo indeterminato con una quota che si è mantenuta stabilmente tra l’11% e il 13% del totale degli occupati; la percentuale dei contratti a termine nel nostro Paese è inferiore alla media europea e a quella dei principali paesi; la Germania, in particolare, utilizza il doppio dei contratti a tempo determinato rispetto all’Italia che diventano addirittura il quadruplo nel caso dei giovani tra i 15 e i 24 anni. In sintesi, il contratto a termine ha un andamento costante da molti anni, le imprese non ne hanno abusato e i valori di utilizzo sono assolutamente coerenti con quanto avviene in tutta Europa. Tutto ciò dimostra che la maggior flessibilità non crea precarietà e che la crescita dell’occupazione è più sostenuta in un mercato del lavoro che consente l’accesso anche attraverso forme contrattuali flessibili. In tal modo infatti oltre a favorire in generale la propensione ad assumere, si favoriscono anche occasioni di lavoro e assunzioni che, in assenza di strumenti contrattuali a termine, non sarebbero proprio attivate, alimentando così la disoccupazione. In questo quadro di analisi, dunque, è in linea la proposta unitaria delle rappresentanze d’impresa di attuare una sperimentazione per consentire alle imprese di assumere a termine per tre anni senza indicare la causale. Un modo per sbloccare opportunità occupazionali e per provare anche a dare occasioni alle imprese e anche a chi a chi oggi è magari a casa senza lavoro. E’ auspicabile che il Governo prenda atto che alcune iniziative vanno intraprese subito, anche per consentire, a chi può, di assumere semplificando le norme e ponendo sui contratti a termine regole che, nel rispetto delle direttive comunitarie, in altri paesi europei sono applicate da tempo.