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In crescita il mercato digitale della musica in Italia

musicaAssume sempre più rilevanza la musica digitale all’interno del mercato italiano arrivando a toccare il 38% del totale. E’ quanto emerge dai dati rilevati da Deloitte per la Federazione dell’Industria Musicale Italiana che spiega che lo scorso anno la vendita di musica digitalizzata occupava il 33% del totale.
Nel complesso la musica digitale, scaricata o ascoltata in streaming, è cresciuta del 7% arrivando a toccare i 20 milioni di euro. Le vendite di album e singoli salgono del 4% a 11,8 milioni di euro. Lo streaming audio-video, mediante portali come YouTube (che l’istituto bancario Barclays valuta tra i 15,6 e i 21,3 miliardi di dollari), Spotify o Deezer è cresciuto del 23% arrivando a valere 5,7 milioni di euro.
Di conseguenza scende il mercato analogico: -13% (a 31,2 milioni di euro) mentre cresce del 53% – e può sembrare un paradosso – il vecchio vinile, che nel semestre arriva a superare il milione di euro.
Già recentemente avevamo notato come la nascita di servizi on demand tipo Deezer o Spotify potrebbe essere una cura alla piaga della pirateria online. Nonostante la concorrenza dei servizi pirata, infatti, nel mondo si comincia a rilevare una buona percentuale (62%) di utenti che prediligono quelli legali. A dimostrarlo è la crescita del 44% degli abbonamenti a pagamento. Un incremento questo che si è riflesso anche in una crescita nelle vendite di download.
“Le vendite di download musicali nel 2012 – spiegava invece il report Digital Music Report 2013, diffuso mesi fa dalla Fimi – sono aumentate del 12 per cento a 4,3 miliardi di unità complessive, sommando tra loro i dati relativi a singoli e album digitali. Questi ultimi sono cresciuti a un ritmo più che doppio rispetto ai singoli: nel mondo si sono registrati 2,3 miliardi di download a pagamento di brani singoli, un incremento dell’8 per cento sull’anno precedente, e vendite pari a 207 milioni di album digitali, il 17 per cento in più rispetto al 2011 a dimostrazione del fatto che la richiesta di supporti a lunga durata da parte dei consumatori resta consistente”.
I servizi in abbonamento “sono ormai parte integrante del mercato della musica registrata, con un totale di 20 milioni di abbonati a pagamento raggiunti nel 2012 (un incremento del 44 per cento sul 2011); si calcola anche che l’anno scorso abbiano superato per la prima volta il tetto del 10 per cento in termini di quota di fatturato complessivo della musica digitale. la fetta di mercato risulta essere considerevolmente più alta in europa, intorno al 20 per cento, grazie anche alla crescita esplosiva registrata in scandinavia. Anche le cifre raccolte da Ipsos Mediact – era l’ulteriore osservazione – rivelano che i modelli di fruizione in abbonamento rappresentano oggi il tipo dominante di servizio musicale digitale in alcuni paesi”.
Un dato leggermente in controtendenza proviene infine dal Regno Unito, dove le vendite di album indie nei negozi di dischi indipendenti (non sono contate perciò le grandi catene) hanno segnato nel primo semestre dell’anno un incremento del 44% rispetto a quelle del 2012.

 

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