Se istruzione e lavoro vanno a braccetto
Secondo i dati raccolti da Nielsen, leader mondiale nelle informazioni di marketing e nella rilevazione di dati sui consumi e sull’utilizzo dei media, il 46% degli italiani pensa che l’educazione scolastica sia un fattore importante per la ricerca del posto di lavoro. La pensa così il 41% degli europei e il 43% a livello globale. Il 16%, contro il 24% della media europea e il 32 a livello globale, dichiara invece che l’educazione incide in maniera decisiva sull’inserimento nel mondo del lavoro.
Se è vero che l’italiano in media sia convinto dell’importanza dell’istruzione per l’inserimento nel mondo del lavoro, non la pensa uguale sull’utilità ai fini della propria carriera. Ne tanto meno pensa sia utile per arrivare a migliori retribuzioni.
Gli italiani sono più portati a pensare che non è la quantità di conoscenze a spianare la strada nel mondo del lavoro, piuttosto la capacità di sfruttare al meglio le conoscenze acquisite.
Il 13% degli italiani, contro il 22% degli europei e il 32% a livello globale, dichiara quindi che la formazione scolastica non è considerata un fattore chiave per guadagnare di più. Secondo l’analisi di Nielsen oltre la metà degli italiani, contro il 40% degli europei e il 28% dei cittadini globali, si trova completamente contrario a questa tesi contro il 37% che pensa che il livello di istruzione possa incidere almeno in parte sulla retribuzione.
Infine c’è una minoranza di italiani, l’8% che si dichiara a favore sull’opportunità di borse di studio messe a disposizione dalle istituzioni governative locali.
Il 30% del campione ritiene adeguate le borse di studio erogate dagli enti locali, contro il 31% in Europa e il 39% nel resto del mondo 39%, mentre il 63% non le ritiene idonee.