Colossi in crisi. Il caso Blackberry
Nell’era degli smartphone, segnata dal dualismo Apple-Samsung e dalla lenta ascesa di Microsoft con l’acquisto di Nokia, chi non riesce proprio a tenere il passo è Blackberry. La casa canadese, un tempo rivoluzionaria proprio grazie alle funzioni innovative rispetto ai vecchi cellulari (come la tastiera Querty, ad esempio), non riesce a tenere il passo delle aziende concorrenti. Nell’ultimo trimestre infatti ha perso oltre un miliardo di dollari a cui è susseguito il licenziamento di 4.500 lavoratori, circa il 40% del totale, e la riduzione da sei a quattro dei modelli di smartphone in commercio.
Questo brusco calo ha portato ad una sola via d’uscita: la firma di una lettera d’intenti a favore della finanziaria canadese Fairfax Holding.
Nella lettera si legge di un accordo in cui, se la cessione andasse a buon fine, gli azionisti riceveranno nove dollari in contanti per azione, in una transazione valutata 4,7 miliardi di dollari. Il consorzio, guidato appunto dalla Fairfax Holding, acquisterà in contanti tutte le azioni in circolazione Blackberry non ancora in suo possesso.
Blackberry ha assicurato che il consiglio di amministrazione ha approvato i termini della lettera di intenti in base alla quale il consorzio acquisirà Blackberry e la renderà privata. In poche parole la holding in questione rimuoverà Blackberry dalla borsa per poi rilanciarla sperando in un miglior successo.
Prem Watsa, amministratore delegato di Fairfax è sicuro che “la transazione aprirà un nuovo capitolo per Blackberry, per i suoi clienti e per i suoi dipendenti. Possiamo portare valore immediato agli azionisti continuando sulla strategia di lungo termine come società privata”.
L’affare non è però ancora concluso: secondo l’accordo la casa canadese ha tempo fino al 4 novembre per valutare altre eventuali offerte.