In calo le retribuzioni e inflazione ai minimi dal 2009
A luglio 2013, secondo quanto rilevato da Istat, l’indice destagionalizzato dell’occupazione nelle grandi imprese diminuisce, rispetto a giugno, dello 0,1% al lordo dei dipendenti in cassa integrazione guadagni (Cig) e aumenta dello 0,1% al netto degli occupati in Cig.
Nel confronto con luglio 2012 l’indice grezzo dell’occupazione nelle grandi imprese diminuisce dell’1,5% al lordo e dell’1,1% al netto dei dipendenti in Cig.
Al netto degli effetti di calendario, il numero di ore lavorate per dipendente (al netto di quelli in Cig) diminuisce, rispetto a luglio 2012, dello 0,4%.
L’incidenza delle ore di cassa integrazione guadagni utilizzate è pari a 32,8 ore ogni mille ore lavorate, in riduzione di 4,8 ore ogni mille rispetto a luglio 2012.
A luglio la retribuzione lorda per ora lavorata (dati destagionalizzati) registra un incremento dello 0,6% rispetto al mese precedente. In termini tendenziali l’indice grezzo diminuisce dell’1,9%.
Rispetto a luglio 2012 la retribuzione lorda e il costo del lavoro per dipendente (al netto di quelli in Cig) registrano rispettivamente un aumento dello 0,4% e dello 0,5%.
Considerando la sola componente continuativa, la retribuzione lorda per dipendente aumenta, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, dell’1,8%.
Sul fronte dei consumi l’Istat ha diffuso i dati provvisori, secondo i quali nel mese di agosto 2013 l’indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali aumenta dello 0,2% rispetto al mese precedente e diminuisce del 2,0% nei confronti di agosto 2012.
I prezzi dei prodotti venduti sul mercato interno crescono dello 0,2% rispetto a luglio mentre diminuiscono del 2,3% su base tendenziale. La flessione e’ imputabile al comparto energetico, al netto del quale si registra un aumento dello 0,1% sia sul mese precedente sia in termini tendenziali.
I prezzi dei beni venduti sul mercato estero segnano una variazione nulla sul mese precedente (-0,1% per l’area euro e +0,1% per l’area non euro). In termini tendenziali si registra una diminuzione dello 0,8% (-1,0% per l’area euro e -0,7% per quella non euro).
Riguardo ai contributi settoriali alla dinamica tendenziale dell’indice generale, per il mercato interno quello più rilevante deriva dal comparto energetico (-2,4 punti percentuali). Sul mercato estero i contributi più ampi provengono dai beni intermedi per l’area euro (-0,9 punti percentuali) e dall’energia per quella non euro (-0,7 punti percentuali).
Il settore di attività economica per il quale si rileva la diminuzione tendenziale più marcata dei prezzi è quello della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-5,7% per il mercato interno e -10,4% per quello estero).
(fonte: Istat)