Pdl, Brunetta: “E’ improbabile spaccatura del gruppo parlamentare”
“Sono due anni che i mass media disquisiscono sulle spaccature del Pd, sui rottamatori e sui rottamati. Sono due anni che si discute degli atteggiamenti di Renzi nei confronti dei big del suo partito, da D’Alema a Veltroni. E neppure possiamo dimenticare come i Democratici abbiano impallinato gente come Franco Marini e Romano Prodi. Per cui, al confronto, ora che c’è una seppur dura dialettica interna quelle del Pdl sembrano delle carezze, sembrano quisquilie. La spaccatura del gruppo parlamentare del Pdl è un evento molto improbabile. Mentre è certo che la discussione interna debba continuare. Ma non come dice Fitto, che chiede il Congresso: questo non è il momento per dividerci. Piuttosto sì ad un dibattito politico e culturale sulle regole e sulla rappresentanza. Finché continuerà la violenza persecutoria contro Berlusconi non ci potrà mai essere serenità nella politica italiana. Una violenza ingiusta, insopportabile, antidemocratica e contraria ai più elementari fondamenti del diritto. Questo clima non l’ha voluto il Pdl-Fi, ma il Pd”, è quanto afferma Renato Brunetta, capogruppo del Pdl alla Camera dei deputati, in un’intervista al Mattino.
“Può essere considerato un nemico di classe chi abita in una casa – dice poi Brunetta -, a Roma di 36 o 41 metri quadrati, a seconda che trattasi di civile abitazione o casa popolare? Sembrerebbe di sì, almeno a giudicare dall’emendamento presentato dal Pd per far pagare l’Imu sulle prime case con rendite superiori a 750 euro. La proposta è talmente assurda da far tornare alla mente i tempi eroici della rivoluzione bolscevica, quando i russi erano costretti alla coabitazione forzata, mentre in Italia il piano casa di Amintore Fanfani dava a ciascuno un tetto sotto il quale far crescere la propria famiglia. Ma non è questa la sola contraddizione. Le rendite catastali non sono univoche su tutto il territorio nazionale. Variano da città a città e, all’interno della stessa città, da zona a zona. Le case più vecchie ma anche di maggior valore – perché situate nei centri urbani – avendo una rendita più antica sono anche quelle soggette ad una minore tassazione. Mentre, in periferia, le case di più recente costruzione sono le più tartassate. Ne deriva un totale disallineamento tra il loro effettivo valore di mercato e l’imposta che grava sull’immobile. Quindi la proposta del Pd diventa una specie di riffa scriteriata di ordinaria ingiustizia fiscale, che si somma a quel museo degli orrori che è il fisco italiano. Sono ragioni sufficienti a motivare una assoluta opposizione da parte del Pdl. Se si vuol colpire la piccola e media borghesia, noi, semplicemente, non ci stiamo”.