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Eventi a rischio. L’esempio di Londra

di Mirko Spadoni

londra_manifestazione_studentiIl corteo contro l’austerità e la precarietà – a cui prenderanno parte i No Tav, i sindacati di base e i collettivi studenteschi – non si è ancora svolto, ma ha già ottenuto un primo risultato: quello di non far disputare la gara tra Roma e Napoli, valevole per il campionato di Serie A e prevista per lo stesso giorno della manifestazione, sabato 19 ottobre. Il prefetto della Capitale, Giuseppe Pecoraro, ha infatti deciso di anticipare la partita tra gli azzurri e i giallorossi a venerdì 18. Troppo alto è il rischio che si ripeta (del resto, buona parte delle sigle che sfileranno per le strade di Roma sono le stesse) quanto accaduto sul finire del 2011. Era il 15 ottobre e Roma ospitò una manifestazione degli Indignati, che vide – secondo le stime riferite alla Camera dall’allora ministro dell’Interno Roberto Maroni – la partecipazione complessiva di “circa 80.000 persone”. Una folla enorme, la cui gestione chiese “l’impiego di 3.000 unità di polizia, carabinieri e guardia di finanza”. Una folla composta anche da circa 3.000 violenti, che scatenarono duri scontri con le forze dell’ordine. Roma assisteva così ad un pomeriggio di follia. I danni “complessivi” dei disordini? “Circa 5 milioni di euro”, riferì Maroni che non esitò a parlare di “terrorismo urbano”.
Eppure nonostante i temuti disordini, la Questura ha comunque autorizzato il tragitto della manifestazione di sabato, che partirà da piazza San Giovanni per finire – passando per via XX settembre davanti il ministero dell’Economia – davanti al ministero delle Infrastrutture, subito fuori Porta Pia. Ha concesso le autorizzazioni necessarie, anticipando però la gara tra azzurri e giallorossi.
Ma non è tutto: venerdì e sempre a Roma, si è svolto un altro corteo, che è partito alle 10 da Piazza della Repubblica, per raggiungere San Giovanni, dove la manifestazione si chiuderà in serata – e quindi in concomitanza con la gara dell’Olimpico – sulle note di un concerto. Roma vivrà così un fine settimana molto delicato, che forse lo sarà un pochino meno grazie alle decisioni delle autorità.
Ma torniamo alla scelta, senza dubbio legittima, del prefetto Pecoraro. Possibile che una città come Roma non disponga di forze, mezzi e capacità per garantire il regolare svolgimento di due manifestazioni: una sportiva, l’altra politica? Sembra di sì.
Sorge però un’altra domanda: cosa succede all’estero in casi simili? Un dubbio al quale abbiamo cercato di trovare una risposta, prendendo in considerazione una grande metropoli come Londra. Ebbene, anche nella patria del football e – non dimentichiamo – dell’hooliganismo è successo che le autorità decidessero di rinviare una gara per cause di forza maggiore che esulavano dal contesto sportivo. Sì, è successo e neanche in un tempo così remoto: era l’agosto del 2011 e la partita amichevole tra Inghilterra e Olanda fu rinviata a causa di una rivolta popolare, che le autorità faticavano a contenere. Sempre in quegli stessi giorni furono rinviate anche le gare tra Charlton Athletic – Reading, Crystal Palace–Crawley Town e West Ham United – Aldershot Town.
Ma quella dell’agosto 2011, era una situazione fuori dall’ordinario: Londra era sotto assedio di migliaia di riottosi. Per capire la gravità di quanto è accaduto in quei giorni, è sufficiente leggere il rapporto di Scotland Yard, che riferiva di aver dovuto rispondere ad “un’inaudita violenza in 22 dei 32 distretti di Londra”. “La violenza – si legge nel rapporto – esplose a Tottenham per diffondersi ad altri quartieri tra Hackney, Bethnal Green e Croydon, con danni a veicoli, imprese e famiglie, e gravi violenze contro i residenti”.
Tra l’8 e il 9 agosto, Scotland Yard riferisce di aver “gestito un record di 42.000 chiamate in 24 ore”, di aver impiegato “notevoli risorse” e “registrato 3.951 reati (tra cui incendio doloso, violento assalti, rapina, furto con scasso e danni penali)”. Per inciso: al 1° aprile 2012, le persone arrestate in relazione ai disordini in questione erano 4.199.
Appare quindi comprensibile e – forse anche inevitabile – la decisione delle autorità londinesi di rinviare gli incontri di calcio in programma nonostante il dispiacere di chi avrebbe dovuto giocare la partita: “Questi teppisti – scrisse l’attaccante della nazionale inglese, Wayne Rooney, su Twitter – sono pazzi, perché fare tutto questo al proprio Paese, alla propria città?”. “È una situazione – scriveva in un altro tweet il centravanti del Manchester United – imbarazzante per la nostra nazione. Per favore, basta!”
Ma ripetiamo: era una situazione fuori dall’ordinario. Sulle rive del Tamigi il Metropolitan Police Service (meglio noto come Scotland Yard o New Scotland Yard, che ad oggi conta 31.000 agenti, 14 mila poliziotti, 414 ausiliari del traffico e quattromila funzionari e che può contare sul contributo di oltre 2.500 agenti volontari del Metropolitan Special Constabulary) è abituato a gestire almeno due partite di calcio in contemporanea. Giusto per farsi un’idea: solo in questo weekend, la capitale britannica ospiterà tre incontri: Chelsea – Cardiff City, Arsenal – Norwich City e West Ham United – Manchester City. E ancora: la settimana successiva (domenica 27 ottobre) andranno in scena allo stesso orario (le 16 ore locali) Chelsea – Manchester City e Tottenham – Hull City. D’accordo: nessuno di questi incontri è da considerarsi a rischio. Ma la gestione dell’ordine pubblico (affidata al CO11, Public Order Unit, un servizio che gestisce tutti gli avvenimenti e le FIT ed è in collegamento con la Mounted Branch, la polizia a cavallo, oltre ad essere la struttura che si occupa di coordinare l’impiego dei Territorial Support Group, TGS) è relativa anche al deflusso del pubblico. In Inghilterra – ricordiamo – i tifosi possono ancora recarsi in massa in trasferta. Non è come da noi. Quindi il problema di garantire la sicurezza pubblica, nonostante un grande numero di persone raccolte in uno stesso luogo, si pone lo stesso. E gli inglesi sembrano riuscirci benissimo. Ma le autorità britanniche non sono chiamate solamente a far sì che gli incontri di calcio si svolgano in totale sicurezza: la capitale britannica – secondo le stime riferite dal MPS nel suo rapporto annuale 2011-2012 – ospita di media 4.500 grandi eventi (visite di capi di Stato, manifestazioni, la Maratona di Londra, il torneo di Wimbledon e proteste varie). Poco meno della metà delle 10.724 manifestazioni registrate in tutta Italia dal Viminale nel periodo compreso tra il 1° agosto 2012 e il 31 luglio del 2013.

 

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