Italiani più tranquilli se riescono a risparmiare
Da alcuni anni è ormai maggioritario nel Paese l’atteggiamento di chi non vive tranquillo se non mette da parte dei risparmi: quindi oggi solo poco più di un quarto dei cittadini sembra dormire sonni tranquilli se non riesce a risparmiare. La crisi pare aver mostrato agli italiani che avere delle risorse da parte è assai importante per affrontare la vita con minore preoccupazione, se non con serenità, sia a livello individuale che a livello Paese. E’ quanto emerge dal rapporto stilato da Ipsos e Acri (associazione delle Casse di risparmio e delle Fondazioni di origine bancaria) per l’89esima giornata del risparmio.
Dallo studio emerge che poco meno di tre italiani su quattro pensano che per tornare ai livelli pre-crisi servano almeno tre o quattro anni. Rispetto al 2009, anno in cui la crisi si è pienamente affermata, si è dimezzato il dato relativo a chi associa il risparmio all’economia finanziaria: si è passato infatti dal 29% al 14%. In parallelo sono cresciuti invece coloro che associano il risparmio all’economia reale, passando dal 60% all’82%.
Il 61% degli italiani, spiega il Rapporto, è convinto che il risparmio sia alla base della ripartenza delle assunzioni da parte delle imprese, il 46% lo ritiene necessario per consentire alle imprese di investire su ricerca e innovazione, mentre il 42% lo ritiene fondamentale per finanziare le imprese in generale. Proprio per questo le banche rifletterebbero il ruolo di intermediario tra il risparmio dei privati e il finanziamento alle imprese.
A tale proposito risulta in crescita il dato relativo agli italiani che vorrebbero vedere investire i propri risparmi per lo sviluppo del Paese: dal 28% del 2009 si è passato al 41% del 2013. Il 29% desidera che i propri risparmi vengano investiti sui territori.
Oltre la metà del campione, 53%, pensa tuttavia che le famiglie risparmino ancora poco, mentre solo il 34% ritiene che risparmino il giusto; il 10% che risparmino tanto o troppo.
Il 45% degli italiani non vive tranquillo se nn mette risparmi da parte mentre il 43% dichiara di risparmiare solo nel caso in cui non comporti troppe rinunce. Dato positivo, sebbene basso, è quello relativo a quanti nel corso degli ultimi dodici mesi dono riusciti a mettere da parte qualche risparmio:: una percentuale questa passata dal 28% del 2012 al 29% dell’anno in corso. Rimangono ferme invece al 40% e famiglie che spendono tutto quello che guadagnano senza riuscire a risparmiare. Il 43% delle famiglie si sente invece in crisi di risparmio, un dato in crescita rispetto al 37% di due anni prima.
“Questo dato – si legge nel Rapporto – è compatibile con il fatto che le famiglie colpite direttamente dalla crisi, ossia nei percettori di reddito del nucleo familiare, sono il 30%, con un incremento di quattro punti percentuali rispetto al 2012 (erano il 26%).
Sono il 26%, percentuale uguale a quella del 2012, le famiglie che segnalano un serio peggioramento del proprio tenore di vita (erano il 21% nel 2011 e il 18% nel 2010), mentre quasi la metà degli intervistati (il 47%, erano il 46% nel 2012) dichiara di avere difficoltà a mantenere il proprio tenore di vita”.
“Il 25% – continua l’Acri – (come nel 2012) pensa di poterlo mantenere con facilità e solo il 2%, cioè un italiano su 50, dichiara di aver sperimentato un miglioramento del proprio tenore di vita nel corso degli ultimi dodici mesi: nel 2010 erano il 6%, nel 2011 il 5%, nel 2012 il 3%. A fronte di oltre 40 milioni di italiani che registrano un peggioramneto della propria situazione economica, circa un milione di italiani sta meglio di prima”.