Dove finiscono i “tesori” degli evasori italiani
Si aggira intorno ai 1.800 miliardi di euro l’ammontare dei capitali che i cittadini non elvetici lasciano nelle banche svizzere. Secondo uno studio del professor Gabriel Zucman, della London School of Economics, i cui dati sono stati ripresi dal Sole 24 Ore dell’intera cifra mille miliardi sono di cittadini europei. Più nel dettaglio risulta che 200 dei miliardi gestiti dalle banche svizzere appartengono in realtà a cittadini tedeschi, 180 a cittadini francesi, 120 ad italiani, 110 a inglesi, 80 a spagnoli, 60 a greci e 30 a portoghesi.
Dei 1.800 miliardi di euro gestiti dalle banche svizzere, solo 200 miliardi sono destinati ai conti correnti. La parte restante viene investita in fondi comuni, azioni o obbligazioni.
Secondo lo studio circa 600 miliardi risiederebbero nei fondi d’investimento del Lussemburgo, 150 in quelli dell’Irlanda, altri 400 miliardi fungerebbero da investimento per azioni internazionali mentre gli altri 450 miliardi in obbligazioni. “È possibile, avverte l’autore del libro, che le fortune offshore detenute in Svizzera siano anche maggiori dei 1.800 miliardi che Zucman è riuscito a ricostruire. È possibile che la cifra possa lievitare a 2.000-2.200 miliardi di euro, visto che alcuni conti potrebbero essere intestati a prestanome svizzeri anche se in realtà i beneficiari sono cittadini stranieri”, spiega il Sole 24 Ore.
Le difficoltà nel trovare i veri titolari nei conti risiedono nel fatto che gran parte vengono controllati da società registrate in paradisi fiscali come ad esempio le Isole Cayman. Naturalmente oltre alle fortune europee, le banche svizzere ospitano anche capitali di altre parti del mondo: secondo le stime dell’analisi si parla di almeno 180 miliardi provenienti dai paesi del Golfo, altri 180 miliardi dall’India, almeno 170 dall’America latina, altri 120 miliardi dall’Africa, 90 dall’America del Nord e almeno 50 miliardi di euro dalla Russia.