Dal 2008 scomparse 134 mila piccole aziende
Dall’inizio della crisi ad oggi il numero delle piccole aziende è drasticamente diminuito. Si parla infatti di un calo di 134 mila unità tra il 2008 ed il 2013. Nel periodo preso in considerazione 64 mila chiusure hanno riguardato solo i piccoli commercianti, le altre 70 mila gli artigiani.
“A differenza dei lavoratori dipendenti – spiega la Cgia – quando un autonomo cessa l’attività non dispone di alcuna misura di sostegno al reddito. Ad esclusione dei collaboratori a progetto che possono contare su un indennizzo una tantum, gli artigiani e i commercianti, ad esempio, non usufruiscono dell’indennità di disoccupazione e di alcuna forma di cassa integrazione o di mobilità lunga o corta. Spesso si ritrovano solo con molti debiti da pagare e un futuro tutto da inventare”.
In poche parole le imprese non ce la fanno e ha metterci il carico sono fattori come l’aumento del costo dell’energia, aumentato del 21,3% rispetto al 2008; come anche l’aumento del costo del gasolio, del 23,3%. Analoga situazione anche sul fronte del credito: in questi sei anni di crisi economica, spiega la Cgia, gli impieghi bancari alle imprese con meno di 20 addetti sono diminuiti del 10%, per una contrazione dei prestiti alle micro imprese pari a 17 miliardi di euro. Altro fardello è rappresentato dalle tasse e dalla burocrazia. Tra il 2008 ed il 2013 la pressione fiscale è lievitata dell’1,7%, toccando nel 2013 il record storico del 44,3%. La burocrazia invece costa al mondo delle imprese 31 miliardi di euro all’anno.