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Istat, inflazione in calo dello 0,1%

Nel mese di febbraio 2014, secondo le stime preliminari, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, diminuisce dello 0,1% rispetto al mese precedente e aumenta dello 0,5% nei confronti di febbraio 2013, con una decelerazione di due decimi di punto percentuale rispetto al valore registrato a gennaio (+0,7%).
Il rallentamento dell’inflazione è in gran parte imputabile alle componenti più volatili, come i beni energetici e gli alimentari freschi, al netto dei quali l'”inflazione di fondo” resta stazionaria all’1,0%. Al netto dei soli beni energetici, l’inflazione scende allo 0,9%, dall’1,0% di gennaio.
Il lieve calo mensile dell’indice generale è principalmente dovuto alla diminuzione dei prezzi dei Vegetali freschi (-4,6%) e della Frutta fresca (-1,0%) ‒ su cui incidono fattori stagionali ‒ e dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (-0,9%); contribuisce, inoltre, il decremento congiunturale dei prezzi dei Servizi relativi alle comunicazioni (-0,7%).
L’inflazione acquisita per il 2014 scende allo 0,1%, dallo 0,2% di gennaio.
Rispetto a febbraio 2013, i prezzi dei beni diminuiscono dello 0,1% (era +0,3% nel mese precedente), mentre il tasso di crescita dei prezzi dei servizi sale all’1,2%, dall’1,1% di gennaio. Pertanto, il differenziale inflazionistico tra servizi e beni si amplia di cinque decimi di punto percentuale rispetto a gennaio 2014.
I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona diminuiscono dello 0,3% su base mensile e crescono dello 0,9% su base annua (in rallentamento dal +1,3% di gennaio).
I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto diminuiscono dello 0,3% rispetto al mese precedente e crescono dello 0,5% nei confronti di febbraio 2013 (in sensibile attenuazione dal +1,2% di gennaio).
Secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce dello 0,3% su base mensile e cresce dello 0,5% su base annua, in rallentamento di un decimo di punto percentuale rispetto a gennaio (+0,6%). Contribuiscono alla flessione congiunturale anche i saldi invernali dell’abbigliamento e calzature, di cui l’indice NIC non tiene conto.
Lo riporta Istat in un comunicato stampa.

 

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