La Bce striglia l’Italia per il deficit
La Banca centrale europea ha nuovamente strigliato l’Italia sul delicato tema del deficit, accusandola di non aver fatto alcun progresso per la riduzione al 2,6% raccomandata dall’Europa, dal 3% del Pil registrato nel corso del 2013. Nel bollettino di marzo la Bce spiega che “in Italia il disavanzo delle amministrazioni pubbliche è rimasto al 3% del Pil nel 2013, valore invariato rispetto all’anno precedente e lievemente superiore all’obiettivo del 29,9% del Pil fissato dall’aggiornamento del programma di stabilità del 2013”.
Stando alle previsioni della Commissione il Rapporto tra debito e Pil nel 2014 scenderà al 2,6% e al 2,2% nel 2015. “La raccomandazione – spigano ancora dall’Eurotower – della Commissione drl novembre 2013 indicava la necessità di ulteriori misure di risanamento per assicurare l’osservanza del patto di stabilità e crescita”.
Passando al quadro generale dell’Eurozona, la Bce prevede, per i prossimi mesi, una stabilizzazione dell’inflazione ai livelli attuali. Per salire però del 2% nel lungo termine.
Ferma sulla posizione di mantenere i tassi bassi la Banca centrale europea stima un proseguimento della ripresa in atto nell’area della moneta unica. Una ripresa testimoniata anche dagli andamenti degli indici di fiducia. “Si dovrebbe concretizzare – sostiene la Bce – un ulteriore miglioramento della domanda interna, sostenuto dall’orientamento accomodante della politica monetaria, da condizioni di finanziamento più favorevoli e dai progressi conseguiti nel risanamento dei conti pubblici e nelle riforme strutturali”. L’attività trae vantaggio anche dalla crescente richiesta estera di prodotti dell’Eurozona.
Il prodotto interno lordo dell’area crescerà dell’1,4% nel 2014, dell’1,5% nel 2015 e dell’1,8% nel 2016. Ancora particolarmente allarmante risulta il tasso di disoccupazione sceso comunque all’11,9% rispetto al 12,1% del marzo scorso. Stando alle stime scenderà di ulteriori 0,2 punti percentuali nel 2016 per attestarsi all’11,4% nel 2016.