“Insicuri del proprio posto di lavoro” | T-Mag | il magazine di Tecnè

“Insicuri del proprio posto di lavoro”

Il timore di perdere il posto di lavoro accresce negli italiani la necessità di ponderare le spese e la percezione negativa della situazione economica del Paese e familiare. Il monitor economico di Tecnè per TGCOM24.

lavoro_imprese-1024x683Cresce lievemente la percentuale degli italiani secondo cui “la situazione economica dell’Italia tra dodici mesi sarà migliore di oggi”. Il 41% (+2% rispetto alla precedente rilevazione) se ne è detto convinto. Il 59% crede invece che “sarà peggiore”. Ma, soprattutto, l’82% dei lavoratori dipendenti confessa di giudicare “insicuro” il proprio posto di lavoro. Questo è quanto emerge dal monitor economico Tecnè per TGCOM24.
Leggendo i dati raccolti nel corso della rilevazione, si scopre inoltre che il 92% degli italiani giudica negativamente l’attuale situazione economica del Paese. Riguardo la situazione economica della propria famiglia, invece, i pareri negativi si attestano al 94%, mentre il 70% degli intervistati ritiene che tra un anno sarà addirittura peggiorata. Un sentimento di sfiducia motivato da diversi fattori, in particolare la paura diffusa di perdere il lavoro. L’83% delle persone interpellate ammette “di aver ridotto la quantità o acquistato prodotti di qualità inferiore rispetto a dodici mesi fa”. Nell’affrontare le spese settimanali, il 55% (-1%) del campione ha ammesso di essere riuscito a mantenere “entrate e uscite in equilibrio”. Il 32% (+1%) “ha usato i propri risparmi o contratto un debito”. Mentre soltanto il 13% “è riuscito a risparmiare”. Alle prese con le crescenti difficoltà economiche, molti italiani hanno anche deciso “di evitare di comprare o ridurre la quantità e/o la qualità” dei prodotti acquistati settimanalmente. Il 47% ha ammesso di aver rinunciato al pesce, il 46% agli insaccati e stagionati e il 38% alla carne. Inferiore la percentuale degli italiani che ha ammesso di aver rinunciato alla pasta (il 17%), al latte (17%) e al pane (16%). Il 41% ha ridotto le spese per la “cultura, formazione e studio”; il 45% per la salute (analisi cliniche, dentista, visite specialistiche, ecc.); il 61% per prodotti tecnologici ed elettrodomestici e l’87% per il tempo libero (ristoranti, palestra e cinema).

Il sondaggio è stato effettuato il 28 aprile 2014 con metodo Cati su un campione probabilistico articolato per sesso, età, area geografica, ampiezza centri con ponderazione all’universo sociodemografico composto da 1.000 intervistati. Margine d’errore +/- 3,1%.

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