Il peso dell’imprenditoria femminile
L’aumento registrato nel corso degli ultimi cinque anni della percentuale di donne sul totale degli imprenditori, passato dal 29,8% al 30,1% del 2013, si deve non tanto all’aumento del numero di donne, ma alla miglior tenuta da parte delle imprese rosa nel periodo di crisi.
Il numero complessivo è infatti sceso di oltre 200 mila unità, spiega Confcommercio, ma la contrazione maggiore è stata registrata tra le imprese guidate da uomini, scese di 158 mila unità, mentre le aziende guidate da donne che hanno chiuso i battenti sono state “solo” 47 mila.
Tanto per fare un esempio: nel terziario, dal 2009 ad oggi, la quantità di donne imprenditrici è rimasta pressoché invariata. Il terzo settore ha infatti registrato una contrazione minima, pari al -0,3%, contro il -10,7% registrato dal settore agricolo e dal -9,5% dell’industria. Come se non bastasse il peso del comparto sul totale dell’economia è cresciuto di quasi tre punti percentuali, passando dal 66,6% al 69%.
Interessante è anche la crescita del numero delle imprenditrici straniere nel nostro Paese. L’aumento dal 2009 è stato di 20 mila unità con in testa le imprenditrici cinesi, cresciute nel periodo di riferimento del 45,5%.
Le regioni con la più alta incidenza di imprese rosa sono il Molise, con il 34,7%, e l’Umbria, con il 33,4%. I settori più “toccati” dalle donne sono quelli degli alloggi e della ristorazione, con 140 mila imprese (43% del totale)e quello dei servizi alla persona, con 113mila imprese (il 43% della imprenditoriale).
Dal 2010 ad oggi, il terziario il settore più scelto dalle donne per l’avvio di nuove attività (nel 76% dei casi).