Segnali positivi dal manifatturiero italiano
A settembre l’indice italiano Pmi, ovvero quello utilizzato per la rilevazione dell’attività del settore manifatturiero, è salito attestandosi a 50,7 punti, oltrepassando quindi di 0,7 punti la soglia che indica la fase di contrazione da quella di espansione.
“Migliorano leggermente a settembre le condizioni operative del settore manifatturiero italiano – spiega l’Istituto Merkit, autore dell’analisi -, con le imprese campione che hanno aumentato i livelli della produzione e quelli occupazionali durante il mese. Ad ogni modo, il processo è stato impedito in qualche modo dal rallentamento del tasso di crescita dei nuovi ordini. Sul fronte dei prezzi, allo stesso tempo i dati hanno sottolineato forze disinflazionistiche nel settore, e hanno mostrato la prima riduzione dei prezzi di vendita in tre mesi e il rallentamento al valore più basso in quattro mesi dell’inflazione dei costi”.
Sulla stessa scia dell’Italia solo Irlanda, che continua occupare il primo posto della classifica, e Spagna (seconda con i 52,6 punti di settembre, contro i 52,8 di agosto) e i Paesi Bassi.
Mentre migliora leggermente l’indice francese, che passa dai 46,9 punti di agosto ai 48,8 di settembre, si registra una fase di stagnazione in Germania, dove il dato si ferma a a 49,9 punti contro i 51,4 di agosto: appena al di sotto della soglia. Al di sotto dei 50 punti anche Grecia e Austria. La media dell’intera area dell’euro è di 50,3 punti (per il15esimo mese in positivo), valore più basso rispetto alle stime che indicavano un dato pari a 50,5 punti. Lo scorso mese la media era di 50,7 punti. Conseguentemente alla prima contrazione dei nuovi ordini da giugno 2013, il settore manifatturiero dell’Eurozona ha rallentato ad un valore vicino alla stagnazione con sia i prezzi di acquisto che quelli di vendita che hanno raggiunto valori più bassi rispetto ad agosto”, spiega Merkit nella nota che accompagna i dati.