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Le medie imprese italiane

lavoro_impreseSono 3.463 le imprese di media dimensione in Italia e rappresentano il 16% circa del valore aggiunto all’industria del manifatturiero italiano. Questo tipo di aziende assicurano, tra le altre cose, il 16% delle esportazioni nazionali. La maggiore concentrazione di imprese è nelle aree del Nord Est Centro (49,2% del totale) e in Lombardia (31,3%).
Sono questi i numeri principali che emergono dal Censimento delle imprese medie italiane che l’Ufficio studi Mediobanca ha stilato insieme a Unioncamere. Nel decennio preso in considerazione dallo studio, quello che va dal 2003 al 2012, il numero delle imprese medie italiane (con un numero di dipendenti compreso tra le 50 e le 499 unità e tra i 15 e i 330 milioni di euro di fatturato) è sceso di 535 unità. Un numero che rappresenta il saldo tra i 3.556 ingressi e le 4.091 uscite. Sono invece 637 le imprese che hanno varcato la soglia dimensionale divenendo quindi imprese medio-grandi.
Il fatturato medio nel 2012 (con riferimento alla dinamica dei valori medi di alcuni indicatori di dimensione) è stato di 44,3 milioni di euro, il 27% in più rispetto a dieci anni prima. Il totale attivo medio è stato il 39,5% in più, pari a 48 milioni.
Sul fronte dell’occupazione il centro studi ha rilevato un calo medio del 2,3% rispetto al 2003: da 149 a 146 unità.
Per la fine dell’anno in corso il 45% delle imprese medie prevede un aumento del fatturato, mentre il 38% della produzione. Le aziende di questo tipo che nel corso del 2013 hanno esportato sono state l’83% del totale, mentre per il 2014 ci si aspetta una crescita degli ordinativi esteri per il 53% delle imprese. Per quanto riguarda il mercato interno, per l’anno in corso si profila una fase di stallo: solo il 27% di imprese si attende un rialzo degli ordinativi interni rispetto al 2013. “Per le medie imprese collocate all’interno dei distretti – si legge nello studio – le prospettive di crescita sui mercati internazionali sono addirittura migliori rispetto al totale delle medie imprese (il 56% prevede ordinativi esteri in aumento nel 2014, rispetto a un 8% in riduzione) e anche al mercato interno si guarda con più ottimismo (per 31% delle medie imprese distrettuali gli ordinativi interni cresceranno nel 2014, contro il 16% che li attende in calo)”.
Il 42% delle imprese di medie dimensioni ha dichiarato “di voler richiedere risorse a credito”: nel 36% dei casi l’intenzione è di farlo per gestire le attività ordinarie, nel 16% per implementare investimenti già avviati e il 42% per realizzarne di nuovi. Il 31% è convinto che attualmente sia più difficile accedere al credito di quanto non lo sia stato nel 2013.
Dal censimento emerge poi un notevole attaccamento al territorio, tanto che il 72% delle aziende non ha mai pensato di spostarsi all’estero. Il 36% non si sposterebbe perché riconosce nel Made in Italy un punto a favore per la competitività. Si tratta infatti del settore di attività prevalente, tanto da rappresentare il 61,6% del valore aggiunto e il 66,3% delle esportazioni. Solo il 18% motiva la scelta di non spostarsi all’estero con i legami con il territorio (economici o sociali che siano).

 

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