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Un asset strategico per l’economia

A partire dal 2010 sono stati 17 mila i giovani con meno di 30 anni ad avviare un'impresa agricola
di Mirko Spadoni

agricoltura_lavoroL’agricoltura può rappresentare un asset strategico per il Paese? Sì, secondo la stragrande maggioranza degli italiani. L’82%, infatti, se n’è detto convinto in occasione di un’indagine condotta dal Censis. A credere nelle potenzialità del settore sono anche molti imprenditori: il 10,1% di quelli, che hanno avviato un’impresa negli ultimi tre anni, ha deciso di farlo nel settore agricolo. Dal 2010 sono nate così 117 mila aziende, alcune delle quali potrebbero ricevere un aiuto dalla Banca europea degli investimenti.
Negli ultimi giorni, la Banca Europea degli Investimenti (Bei) ha presentato la linea di credito concessa per sostenere lo sviluppo delle piccole e medie imprese (Pmi) italiane attive nel settore agricolo, alimentare e della pesca, per un totale di 400 milioni di euro, che – grazie alle risorse provenienti dagli istituti di credito italiani – attiveranno 800 milioni di investimenti.
Prossimamente la Bei, in collaborazione con il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf) e attraverso l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea), avvierà progetto dedicato ai giovani agricoltori di età compresa tra i 18 e i 40 anni. Il progetto prevede il finanziamento di piani di sviluppo di società agricole, start-up, micro-imprese e coltivatori diretti. Molte delle quali sono nate negli anni più difficili. Quelli della crisi economica.
Tornando all’indagine condotta dal Censis per conto della Confederazione italiana agricoltori (Cia), il 10,1% degli imprenditori, che hanno avviato un’impresa negli ultimi tre anni, ha scelto di farlo nel settore agricolo o in quello agroalimentare. Dove (dal 2010 in poi) sono nate, rispettivamente, 106 mila e 11 mila aziende. Sempre a partire dal 2010, inoltre, sono stati 17 mila i giovani con meno di 30 anni ad avviare un’impresa agricola e su cento start up attive nel comparto, 15 sono state create da giovanissimi. Soltanto nel settore agroalimentare il loro contributo vale il 18,3% del totale.
Il comparto agricolo ha potenzialità ancora inespresse: secondo la Cia, infatti, se – oltre a conferirgli un ruolo centrale nello sviluppo sostenibile – l’Italia darà spazio all’agricoltura rafforzando le filiere, collegandola anche al turismo, le aziende attive nel settore saranno in grado di creare 100 mila nuovi posti di lavoro per gli under 35 nell’arco di cinque anni.

(articolo pubblicato il 25 maggio su Tgcom24)

 

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