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Rallenta la crescita cinese, ma i consumi migliorano

cina_economiaIl rallentamento dell’economia cinese tiene in apprensione anche l’Europa. L’effetto traino, che sta coinvolgendo i vicini paesi emergenti, sta infatti mostrando ripercussioni negative sul commercio estero dell’Eurozona, compreso quello della “locomotiva” Germania (e dell’Italia, considerato il recente calo delle vendite verso Pechino del 9,2%).
Tuttavia, per quanto l’economia rallenti, il Pil cinese ha registrato risultati migliori del previsto. Il terzo trimestre dell’anno fa segnare un aumento del 6,9%, che è sì il tasso di espansione più lento dal 2009, ma allo stesso tempo è un dato lievemente migliore delle attese degli analisti che prevedevano una crescita del 6,8% (l’obiettivo del governo resta il 7% strutturale).
Una diminuzione maggiore avrebbe potuto imporre alle autorità cinesi un cambio di rotta imminente, ad esempio l’adozione di misure più incisive nei prossimi mesi, mentre ora è presumibile che il dato induca Pechino a ostentare ancora ottimismo, rappresentando una buona quota di crescita mondiale.
Certo, a preoccupare è soprattutto la produzione industriale, indicatore fondamentale per comprendere meglio l’andamento di un’economia. La produzione industriale della Cina ha registrato una crescita annua del 5,7% a settembre (sotto le stime che l’attestavano al 5,9%), mentre nel mese di agosto l’incremento era stato del 6,1%. Anche gli investimenti, dato non trascurabile, sono cresciuti meno delle attese: +10,3%.
Eppure un elemento che può rassicurare Pechino effettivamente c’è. Oltre le dinamiche che stanno delineando un percorso meno virtuoso delle economie cosiddette emergenti, la Cina in particolare, dopo anni di crescita elevata, ha iniziato a sperimentare un nuovo modello di sviluppo, volto ora a premiare più i consumi interni che le esportazioni, autentico traino per la Cina in questi anni di espansione economica. In questo senso avanza la fase di riequilibrio e l’elemento positivo giunge proprio dalle vendite al dettaglio, che risultano nel mese di settembre in aumento del 10,9% mentre la stima era +10,8%.
Il trend altalenante dei paesi emergenti, Cina su tutti, ha indotto tuttavia i diversi organismi – dalla Banca mondiale al Fondo monetario internazionale – a rivedere al ribasso le stime di crescita globale per il 2015. Nel caso dell’economia cinese secondo l’agenzia Fitch Pechino rallenterà ancora nel 2016, con il Pil che crescerà del 6,3% (dal 6,8% del 2015). Nel 2017 la crescita potrebbe frenare ulteriormente fino al 5,5%.

 

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